È stato il filone investigativo madre che ha permesso agli agenti della Squadra Mobile di Frosinone e a quelli del commissariato di Cassino di aprire uno squarcio sul mercato della droga in tutto il basso Lazio e nel Napoletano. Quindici le misure cautelari eseguite ieri dagli agenti della questura ciociara e dai loro colleghi campani a conclusione dell’indagine denominata “Olandese Volante”.

Una indagine nata anni fa quando venne intercettata una delle tante “vena” di un grosso traffico internazionale di droga; un pusher albanese proveniente da Napoli, che riforniva di marijuana le piazze di Cassino e Frosinone. Da lì si è arrivati alla “fon - te” dato che lo spacciatore aveva tra i suoi contatti, un connazionale, Leonard Metushi, che faceva parte del “grande giro”. Un altro albanese, quindi, che si interfacciava con due gruppi distinti e separati di napoletani che organizzavano dall’Olanda e dalla Spagna, il trasporto di enormi quantitativi di droga. Gli investigatori avevano puntato l’attenzione sul settore logistica del narcotraffico internazionale. Per questo l’indagine passò sotto il coordinamento della Dda di Napoli e il primo perimetro investigativo è stato circoscritto intorno ad una ditta di Trasporto partenopea il cui titolare era Antonio Vitiello,ditta che operava solo nel trasporto della droga e le altre commesse erano di facciata. La ditta era specializzata nei grossi quantitativi di stupefacente e lo faceva per qualsiasi organizzazione intendesse avvalersi dei suoi servigi ma anche per rifornire i propri canali.

Tra i committenti c’erano anche i fratelli Alfredo e Antonio Marsella che avevano in Olanda, nella città di Den Hague, il ristorante pizzeria “Ciao Ciao” utile a loro più per organizzare grosse spedizioni di stupefacente che per la promozione di prodotti culinari italiani. Con il contatto tra i due fratelli, l’albanese e Vitiello, gli investigatori hanno allargato la loro indagine. Con lo stesso sistema di intrecci investigativi si aprì anche il filone che ha portato poi all’operazione “Dama Bianca”. Ma queste due organizzazioni, quella di Vitiello e quella dei Marsella però, si mantenevano scollegate se non per qualche trasporto.

La droga arrivava ai grossi centri di Napoli dove veniva lavorata per poi essere riversata sulle varie piazze dello spazio tra cui quella di Cassino e quella di Frosinone. Un filone imbucato almeno cinque anni fa e che ha permesso di effettuare arresti e ingenti sequestri. Gli uomini del vice questore Carlo Bianchi,nel febbraio del 2012, sull’A1 tra i caselli di Anagni e Ferentino, fermarono e arrestarono addirittura il boss della “logistica”, Antonio Vitiello, insieme al cugino Renato Matteo, che era andato in soccorso di un autotrasportatore al quale si era rotto il camion. La “merce” era troppo preziosa per lasciarla incustodita, quindi era andato a riprenderla e venne fermato con 11 chili di cocaina, un chilo di hashish e due di marijuana. Nello stesso periodo, gli agenti della Mobile di Frosinone fermarono a Latina un altro corriere, Claudio Monsurrò, che aveva con se ben 22 chili di marijuana. Arrestato, è in carcere a Frosinone assistito dall’avvocato Marco Maietta. A lui e a Vitiello, ieri mattina gli agenti della Mobile hanno notificato a Frosinone la misura cautelare in carcere disposto dal Gip del tribunale di Napoli.