Ricorda tutte le date e indistintamente i giorni in cui il tunnel sembrava ormai senza via dâuscita e quelli in cui la luce ha ridato la vita a sua figlia. Mamma Sara Addesse racconta lâesito finale di una storia a lieto fine.
Lâinizio dellâincubo
Una ragazza piena di energia, in salute, che pratica sport a livello agonistico, in particolare il nuoto. Mai avrebbe pensato che da un giorno all'altro la sua vita sarebbe stata in pericolo. Purtroppo quel giorno era arrivato, inaspettatamente a fine novembre. Un affanno con tosse la causa del suo malessere. Inizia così una serie di controlli, visite mediche per capire la patologia. «Il 9 dicembre lâesito dell'eco cardiogramma dall'ospedale di Frosinone. Il giorno successivo la corsa verso il Bambino Gesù. Non câera un minuto da perdere. Il 24 dicembre, giorno della vigilia di Natale, Veronica entra a far parte della lista d'attesa dei trapianti. Sono stati giorni difficili, duri. Difficile da descrivere. Il 29 dicembre il tunnel sembra sempre più senza uscita perché Veronica peggiora, entra in terapia intensiva e il rischio di un arresto cardiaco da un momento allâaltro è sempre più alto». à in quel momento che i medici iniziano a parlare di cuore artificiale. «Ci siamo trovati davanti ad una scelta, anche se a dire il vero non c'era molto da decidere oramai. Potevamo solo sperare. Il sette gennaio per Veronica batte un cuore artificiale magnetico. Ha risposto benissimo all'intervento. Adesso bisognava attendere l'organo. E all'improvviso, dopo quattro giorni, la notizia che il cuore era arrivato. L'11 gennaio rimarrà una data indimenticabile per me, mio marito Sandro, per il fratello di Veronica e per tutte le persone che hanno vissuto mesi di ansia e angoscia. Ricordo ancora il risveglio di mia figlia. Le lacrime uscivano una dietro lâaltra. Le ho detto subito che era stata bravissima. Che lâintervento era riuscito. Lei ha chiesto subito di chi fosse il cuore che le aveva permesso di vivere. Non sappiamo di chi sia, ma sicuramente del nostro angelo».