Acque sempre più agitate intorno alle dichiarazioni sul sangue di San Lorenzo rilasciate nel corso della trasmissione di Rete 4 “La Strada dei Miracoli” del 16 febbraio scorso. Si parlava dei fenomeni di liquefazione del sangue, in particolare di quello di San Gennaro, avanzando ipotesi che potessero in qualche modo spiegare il “miracolo” da un punto di vista scientifico e non sovrannaturale.

Solo ipotesi, suffragate dal noto chimico Luigi Garlaschelli, che si muovono chiaramente dal lato dello scetticismo. Di qui l’indignazione degli amasenesi. «Smentisco categoricamente quanto detto - ci ha detto il sindaco di Amaseno Antonio Como - Garlaschelli è venuto qui ad Amaseno, nel 1996, al seguito della Rai e, grazie alla disponibilità del nostro anziano parroco dell’epoca, ha eseguito delle prove puramente fisiche riscaldando e raffreddando l’ampolla, concludendo che simili comportamenti erano comunque possibili usando delle sostanze naturali mescolate. Non certo nessuna analisi chimica è stata eseguita sul contenuto dell’ampolla. Ognuno è libero di credere o non credere, ma non si può dire che il sangue di San Lorenzo sia grasso animale colorato».

Per chiarire l’equivoco forse avrebbe potuto essere ascoltata l’altra campana, l’attuale parroco don Italo Cardarilli, che proprio qualche mese fa ha chiuso un anno giubilare laurentiano straordinario in occasione dei 400 anni dalla prima liquefazione documentata. «Come parroco della Parrocchia Santa Maria Assunta in Amaseno, dove dal 1177 è conservata la reliquia del sangue di san Lorenzo martire, esprimo sconcerto e disappunto, ma anche una certa indignazione mia personale e della comunità per quanto affermato in tv - spiega don Italo - Indipendentemente dai pareri personali, sempre rispettabili, tuttavia ritengo poco professionale offendere la sensibilità delle persone che trovano conferma alla loro fede anche da segni ritenuti prodigiosi per secoli. Non si può affermare in maniera gratuita, come ha fatto Massimo Polidoro del Cicap, senza una reale e scientifica analisi del materiale, che questa reliquia sia un grasso animale: al di là del pregiudizio di chi a tutti i costi vuole entrare a gamba tesa e in modo piuttosto maldestro nella sfera del sacro, tuttavia ritengo che il rispetto delle cose ritenute sacre è fondamento del rispetto delle persone che ci credono. Cosa ancora più grave da parte di chi si ritiene esponente qualificato in ambito scientifico prescindendo da qualsiasi minima informazione.

Inoltre, sempre senza informazione (almeno a me non è stato chiesto nulla), non si può affermare che il sangue si sciolga per la temperatura: credo sia necessario avvisare Polidoro che questa massa si è sciolta anche in ottobre e dicembre, mesi sicuramente non estivi. C'è da aggiungere che Garlaschelli non ha mai fatto prelievi del materiale né ha mai pubblicato ufficialmente tali risultati, ma solo quelli inerenti ad un'analisi esterna dell'ampolla sottoposta a prove di temperatura. Se ciò non bastasse, anche ammesso che fosse grasso animale, ci si chiede come mai dopo ottocentotrentanove anni dalla sua presenza in questa chiesa, nonostante l'ampolla non risulti chiusa ermeticamente, esso non si sia deteriorato come ogni elemento biologico».