Il sangue di San Lorenzo una bufala? Unâintera comunità , sindaco in testa, è indignata. Non ci stanno i cittadini di Amaseno che hanno ascoltato lâaltra sera alcune affermazioni di Massimo Polidoro, il rappresentante del Cicap (Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sulle pseudoscienze) ospite della trasmissione âLa strada dei miracoliâ, in onda su Rete 4.
Si parlava di reliquie, di quella di San Gennaro in particolare, con il tentativo di dimostrare che simili fenomeni di liquefazione sarebbero facilmente replicabili con composti chimici sottoposti a determinate condizioni fisiche. Anche lâausilio del chimico Luigi Garlaschelli che, però, non ha dato nessuna risposta certa né sul fenomeno, né sulla presenza di sangue nella reliquia.
Con San Gennaro câè poco da scherzare, evidentemente. Più che qualche ipotesi divergente, non è possibile avanzare. Ma di Amaseno, di un paesino già collocato erroneamente vicino Roma, sconosciuto, si può smentire tutto. Qualcuno ha forse pensato. à stato detto che il sangue che qui si scioglie ogni 10 agosto, da almeno quattrocento anni, tanto da essersi appena concluso un anno giubilare straordinario per ricordare questo anniversario, in realtà sarebbe âgrasso di animale colorato risalente chissà a quanti secoli fa che si scioglie semplicemente quando la temperatura raggiunge i 29-30 gradiâ. Quindi ad agosto. Peccato che poi si rapprenda il giorno dopo e non dâinverno. Come non si liquefa negli altri periodi di caldo. Ma questo ad arte è stato omesso.
Lâospite ha supportato lâaffermazione citando unâindagine sempre del chimico Garlaschelli che avrebbe agito su autorizzazione della Chiesa. Così non è, nessuna analisi chimica è stata mai autorizzata. In fin dei conti alla Chiesa basta la fede. La visita di Garlaschelli ad Amaseno câè stata, il 10 agosto 1996, al seguito di una troupe di Rai2. Chiara la sua intenzione di essere giunto in paese per screditare il prodigio della liquefazione. Una fissazione la sua, San Gennaro, San Lorenzo, qualunque reliquia con sangue.
Ha solo eseguito delle prove di tipo fisico, scaldando e raffreddando la sostanza, concludendo che il sangue si comporterebbe come una sostanza a base di grassi e cere: «Comunque, contrariamente alla reliquia gennariana, il âsangueâ di San Lorenzo non è contenuto in un'ampolla sigillata. Una piccolissima quantità di sostanza, estratta con una siringa attraverso il collo non perfettamente chiuso, potrebbe facilmente essere analizzata, determinando la natura del colorante rosso, nonché quella della miscela bassofondente». Quindi nessuna certezza anche in questo caso, contrariamente a quanto affermato in trasmissione. Se quindi non câè certezza che sia sangue nemmeno vi è che non lo sia.
Se ci sono sostanze in natura o miscugli chimici che replicano passaggi di stato a certe condizioni, di luce, temperatura o di movimento, nessuno di questi presenta la ciclicità e la frequenza dei fenomeni di liquefazione tanto del sangue di san Lorenzo che di San Gennaro. Questâultimo se non si scioglie, ai voglia a scuoterlo. Come quello di San Lorenzo, che liquefa ogni 10 agosto, non si può credere che faccia caldo solo quel giorno. Certo è che in un giorno, come fatto martedì scorso, anzi in pochi secondi, non si può far crollare una credenza che è lâidentità stessa del paese, in origine proprio chiamato San Lorenzo. Con certezza. Le bufale Amaseno le alleva, altri forse le costruiscono.