Non guardate Elton John! Questo l’invito che una catechista della parrocchia di San Rocco-San Salvatore ha rivolto alle mamme dei bambini che si preparano per la prima comunione. Il messaggio è stato inviato in vista della discussa esibizione di martedì sera al Festival di Sanremo del celebre cantante inglese, icona del mondo gay, paladino delle unioni civili e padre di due figli avuti con l’utero in affitto. È comparso su un gruppo Whatsapp condiviso da catechisti, famiglie e relativi bambini; significa che è stato letto non solo da i genitori, ma direttamente e senza filtri anche dai bambini che possiedono un cellulare e fanno parte del gruppo.

«Abbiamo saputo che durante il prossimo Festival di Sanremo si esibirà anche Elton John, famoso non solo per le sue canzoni, ma anche per il suo matrimonio gay e per avere acquistato due figli attraverso l’affitto dell’utero di due donne - si legge nel messaggio spedito dalla catechista - È molto probabile che tale artista, prima o dopo l’esibizione canora, esterni la propria opinione a favore delle unioni civili, proprio nelle ore in cui il Senato starà votando sul Ddl Cirinnà. Per manifestare il nostro totale dissenso verso questi spot gratuiti e unilaterali a favore di una legge che consideriamo dannosa per il nostro Paese, invitiamo tutti a spegnere la tv durante l’esibizione del cantante inglese. È uno dei tanti modi con cui il popolo vero può manifestare la propria opposizione nei confronti dell’ attuale “pensiero unico” che ci vogliono imporre. In tal senso abbiamo inviato una lettera al Direttore Rai, al Presidente Rai e a Carlo Conti. Comitato Famiglia Educazione Libertà. Fatelo girare quanto più possibile. Grazie».

Un pressing che ad alcune famiglie non è andato giù. Nella sostanza e nei modi: primo perché è arrivato sul dispositivo di alcuni bambini, i quali potrebbero non avere idonei strumenti intellettuali per valutare tali situazioni; secondo perché l’invito è apparso censorio su un tema particolarmente sensibile. Non solo. Le proteste dei parrocchiani non si fermano qui. Sono nate questioni perché il parroco, don Sergio, avrebbe comunicato le date delle comunioni solo quindici giorni fa, lasciando poco tempo alle famiglie per organizzarsi con ristoranti e inviti. Inoltre, per la catechesi di preparazione alle prossime prime comunioni, la parrocchia ha imposto l’obbligo di presenza a messa di almeno un genitore e la registrazione in sagrestia delle presenze dei bambini durante le funzioni religiose. Un’altra decisione che fa molto discutere.

 

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