La Squadra mobile di Palermo, con la collaborazione dei colleghi della Mobile di Roma, ha arrestato un prete 40enne di Palermo per abuso su minori. Il sacerdote ha abusato di due fratelli di 13 e di 15 anni che frequentavano la chiesa di Palermo durante la sua permanenza nel capoluogo siciliano, e di un terzo ragazzo oggi maggiorenne.

Attraverso alcune indagini, dirette dalla Procura, sono venute fuori alcune testimonianze che hanno permesso di ricostruire altre vicende di abusi sessuali avvenute qualche tempo prima. Infine, è stata acquisita la conversazione, via chat, che il sacerdote aveva intrattenuto con una parrocchiana, nella quale le confessava quanto aveva fatto in un momento di debolezza, durante un pellegrinaggio. Elementi che hanno consentito l’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale del capoluogo siciliano.

Non nasconde quanto ha fatto e ammette, chattando su whatsapp con la madre di due delle vittime, le violenze imposte ai suoi figli, due adolescenti di 13 e 15 anni. La polizia è andato ad arrestarlo oggi a Roma, città dove viveva da quasi un anno, su decisione della Curia, avvertita dell'inchiesta, ospite di un centro per sacerdoti con problemi.

L'accusa che gli contestano l'aggiunto Salvo De Luca e il pm Claudio Camilleri è pesantissima: violenza sessuale nei confronti di tre ragazzini. A denunciarlo, nel 2014, è stata la madre riuscita a farlo confessare in chat. La donna è andata dagli investigatori e ha raccontato le confidenze raccolte dai figli. Don Roberto li avrebbe molestati sessualmente più volte. Tutto sarebbe cominciato durante un pellegrinaggio a Medjugorje. Il sacerdote, parroco nella chiesa di Maria Santissima Assunta, quartiere popolare nella zona sud della città, si offre di pagare il viaggio ai due ragazzini. La madre accetta e li fa partire.

Alla polizia, a indagine già avviata, il ragazzino racconta che il sacerdote un pomeriggio in cui erano rimasti soli in stanza iniziò a toccarlo: "Io sono rimasto immobile, come paralizzato". Sia lui che il fratello hanno ricordi precisi e dettagliati che coincidono con le "confessioni" che don Roberto fa alla madre. La donna gli scrive, dopo avere saputo dai figli quanto era accaduto. Cerca di capire cosa sia successo. Del sacerdote si fidava, tanto da consentire ai ragazzini di trascorrere molto tempo con lui. "In cinque diverse occasioni tutte distanti l'una dall'altra", le conferma il parroco alludendo ai momenti in cui ha commesso le molestie. "I troppi abbracci e il desiderio di ricevere affetto l'hanno fatto entrare nel caos - scrive alla donna riferendosi a uno dei suoi figli - e a me hanno fatto perdere la bussola".

Ma in parrocchia che qualcosa non andasse si diceva da tempo. Tanto che quando il pm ha fatto sentire dalla polizia i fedeli che frequentavano la chiesa, non solo ha trovato conferma ai primi sospetti, ma ha anche scoperto un altro abuso. La terza vittima, ora maggiorenne, sarebbe stata avvicinata e molestata con le stesse modalità. Con gli investigatori il ragazzo, sentito mesi fa, ha ammesso tutto. "E' vero - ha detto - Ma lasciate che dimentichi". L'arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, saputo della vicenda, ha espresso "forte dolore perché il fatto, oltre a ferire la società umana, deturpa - ha scritto in una nota - il volto di tutta la comunità ecclesiale e in special modo dei tanti presbiteri che quotidianamente e in modo silenzioso lavorano con dedizione e generosità sul territorio diocesano per il bene degli uomini e delle donne loro affidati". (www.ilgiornaledisicilia.it)

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