C’è un filo rosso che lega le storie dei fusti tossici interrati nella Valle del Liri. Un filo rosso che conduce alla Industria Cartier Carta srl, società oggi non più attiva ma che in passato ha fatto il proprio comodo nello smaltimento di rifiuti di ogni tipo. 

Nei giorni scorsi abbiamo dato conto della vicenda della discarica di Arpino, in località Costecalde e Selvelle. Il nostro viaggio sulle tracce dei veleni prosegue per approdare a Castelliri dove è presente una situazione simile a quella arpinate. Per alcuni aspetti, anzi, identica. Innanzitutto dietro c’è la stessa mano: quella della Industria Cartier Carta srl che era di proprietà di un imprenditore del luogo (Felice Notarantonio, deceduto nel 2000). La società tra gli anni Ottanta e la prima metà dei Novanta ha trasformato in discarica un’area che si trova lungo via Granciara, ai piedi della collina su cui si trova il centro abitato. 

Per almeno un decennio dentro quella discarica ci è finito di tutto, dai rifiuti speciali a quelli pericolosi. Senza il minimo controllo, senza la minima precauzione. Una bomba ecologica. Che alla fine è esplosa. Letteralmente. A metà degli anni Novanta nella discarica è scoppiato un incendio devastante. «Io ero un ragazzino - racconta il sindaco Francesco Quadrini - Ricordo, come del resto tutti i miei concittadino, la nuvola nera che per giorni sommerse il paese». Il sito venne sequestrato e venne a galla il disastro ambientale con cui ancora oggi il Comune di Castelliri deve fare i conti. 

L’iter per il ripristino ambientale dell’area è iniziato nel 2000 con una prima richiesta di finanziamento. In due tranches, tra il 2001 e il 2007, il Comune ha ottenuto complessivamente 1.100.000 euro. Per l’accesso a queste risorse ha giocato a favore il fatto che la discarica sia stata inserita in quelle oggetto nella Procedura d’infrazione aperta dall’Unione Europea nei confronti dell’Italia per la mancata bonifica. 

«I soldi - spiega il sindaco Quadrini - sono stati utilizzati per il piano di caratterizzazione, per rimuovere la notevole quantità di rifiuti che si trovavano in superficie e avviare i sondaggi, effettuati da vigili del fuoco e dall’Istituto Nazionale di Vulcanologia e Geofisica, alla ricerca di quelli che purtroppo ancora si trovano sottoterra». I rifiuti interrati sono stati localizzati in due aree distinte: «In una - prosegue il primo cittadino - ci sono fusti metallici che presumiamo possano contenere idrocarburi. In un’altra invece è stato sepolto materiale più che altro plastico. Per noi la massima urgenza sono i fusti. L’area fortunatamente, stando ai monitoraggi periodici dell’Arpa, non presenta contaminazioni preoccupanti. Questo naturalmente non toglie nulla all’urgenza, ma servono soldi, tanti soldi». Per bonificare entrambe le aree, stando ai calcoli dei tecnici, occorrono almeno 5 milioni di euro. Per portare via soli fusti potrebbe bastare, si fa per dire, un milione di euro. 

Il Comune di Castelliri è dal 2009, anno in cui si è insediato il sindaco Quadrini, che presenta richieste di finanziamento. Nessuna di queste è andata a buon fine. «Il Governo italiano ha dimostrato che la bonifica almeno in superficie è stata effettuata correttamente e quindi la Procedura d’infrazione della Ue è decaduta - spiega Quadrini - Questo paradossalmente ci ha penalizzati, perché è venuto meno il pungolo nei confronti degli enti sovracomunali. Noi non ci arrediamo e ora confidiamo nella presenza di Mauro Buschini alla guida dell’assessorato all’ambiente per risolvere una volte per tutte l’emergenza».

E mentre il Comune aspetta che le richieste di finanziamento per la bonifica definitiva vadano a buon fine, l’ente municipale sta anche cercando di recuperare i soldi spesi finora. Che, come si è visto, non sono stati pochi: 1.100.000 euro. Quando i titolari dei siti da bonificare sono inottemperanti, è il Comune a doversi fare carico del ripristino ambientale mediante la procedura cosiddetta in danno che dovrebbe portare al recupero, totale o parziale, delle somme spese dall’ente pubblico. «Per quanto riguarda il Comune di Castelliri - spiega il sindaco Quadrini - alcune delle azioni legali avviate sono arrivate a buon punto. Sono stati resi esecutivi alcuni decreti ingiuntivi e da quello che posso sapere sono stati effettuati anche dei pignoramenti». 

Alcuni immobili finiti nella disponibilità degli eredi dell’allora proprietario dell’Industria Cartier Carta sono stati messi all’asta. Si tratta di procedure molto lunghe ma se i procedimenti d’incanto dovessero andare a buon fine, il Comune dovrebbe figurare tra i creditori privilegiati e quindi recuperare almeno una parte delle somme spese finora per la bonifica.