Negli ultimi anni spesso sento solo lamentele sulla scuola e sulle ormai poche risorse investite in essa.

Ultimamente le risorse investite sono solo per la didattica digitale, come ad esempio l’ingresso della  cosiddetta lavagna LIM che avrebbe dovuto sostituire la lavagna tradizionale ma non so fino a che punto l’abbia sostituita.

Una LIM e tutto ciò che ruota intorno ad essa (installazione-aggiornamenti) non hanno portato certo ad un risparmio per la scuola ma, anzi, direi ad un costo più alto con risorse digitali incomplete; mi spiego: non ci sono abbastanza soldi per improntare una scuola del tutto digitale che ad oggi è incompleta e in contrasto con la mancanza di sostegno scolastico ai bambini che ne hanno bisogno e non hanno la possibilità di “stare” a scuola in maniera adeguata.

Occorre ragionare in termini pedagogici e in termini di apprendimento e non in base al nuovo modo tecnologico di comunicare. Parlo di apprendimento sensoriale semplice, apprendimento in contesti di esperienza diretta dove tutta la sensorialità viene sviluppata attraverso processi di libera scelta e di forte sviluppo delle creatività personali.

Le ricerche parlano chiaro: l’apprendimento realizzato con la matita, e quindi nella logica tradizionale, permette un coordinamento della motricità fine che il tablet non è in grado di garantire (i colossi se ne facessero una ragione).

Maria Montessori aveva avuto un'intuizione giusta e veritiera: l’apprendimento è sempre connesso a esperienze tattili e sensoriali, a operazioni concrete e il più possibile basate sulla libertà di scelta.

Quindi cosa fare in un mondo che viaggia e comunica nella tecnologia e con figli che sono definiti ormai i nativi digitali?

Come tutelare e non escludere del tutto dal digitale i nostri figli?

La salvezza è la scuola che è fisica e fatta di persone in carne e ossa, la classe non è digitale e permette di sperimentare relazioni autentiche al fine di cooperare e di lavorare di gruppo e di imitazione.

Cercare di mantenere in equilibrio continuo il reale e il digitale sarà la sfida del mondo post-moderno.

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