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Isola del Liri

Estorsione e usura: a processo il commercialista Zaccardelli e il figlio

Il padre resta ai domiciliari. Rito abbreviato per il terzo imputato accusato di estorsione

Estorsione e usura: a processo il commercialista Zaccardelli e il figlio

Il Tribunale di Cassino dove si è svolta l’udienza preliminare

A processo con rito ordinario il commercialista Massimo Zaccardelli, indagato insieme al figlio Paolo e ad Alfredo Cinelli con l’accusa di estorsione in concorso, e per il noto professionista isolano anche di usura ai danni dell’imprenditore edile Luigi Scacchi.
Ieri mattina, nell’udienza preliminare tenuta al Tribunale di Cassino, la presunta vittima, assistita dagli avvocati Danilo Iafrate e Annarita Iafrate, si è costituita parte civile. Il gip Antonio Gavino Falchi Delitala ha ricevuto la richiesta del difensore di Cinelli, l’avvocato Francesco Venafro, di optare per il rito abbreviato, mentre ha disposto il procedimento ordinario per Massimo e Paolo Zaccardelli. Per il padre è stata respinta la richiesta della revoca degli arresti domiciliari, ai quali è ristretto dal 5 aprile scorso, mentre a carico del figlio resta l’obbligo di dimora. Nel collegio difensivo degli imputati gli avvocati Carlo Coratti, Giancarlo Corsetti, Nicola Ottaviani e Fabio Quadrini. La prossima udienza è fissata per il 29 ottobre 2025.

L’inchiesta che ha coinvolto gli Zaccardelli e Cinelli è culminata all’inizio dello scorso aprile con il clamoroso arresto del professionista, dopo la denuncia dell’imprenditore edile che li accusa di aver preteso la restituzione di una somma di denaro pari a sette volte quella che gli era stata prestata. L’operazione è stata condotta dalla squadra mobile della polizia insieme al personale del commissariato di Sora, su ordine della Procura della Repubblica di Cassino, che ha disposto gli arresti domiciliari per Massimo Zaccardelli e l’obbligo di dimora per il figlio.

Secondo la denuncia di Scacchi, l’imprenditore era stato incaricato dagli Zaccardelli di eseguire alcuni lavori a casa loro. Ma siccome si trovava in difficoltà economiche, aveva chiesto ai due committenti un’anticipo sulla somma totale pattuita per le opere da eseguire. Dopo breve tempo, però, stando a quanto affermato da Scacchi, i due commercialisti avevano cominciato a pretendere la restituzione di una cifra pari a circa sette volte quella anticipata. Alla mancata consegna dell’importo richiesto, i due professionisti avrebbero ingaggiato un pregiudicato della zona che, con una serie di azioni intimidatorie, sarebbe riuscito a ottenere dall’imprenditore la somma di 1.500 euro in tre distinte consegne. A quel punto Scacchi si è rivolto alla squadra mobile di Frosinone che, con la polizia di Sora, ha concordato con la vittima una consegna controllata di denaro.

Il blitz è scattato il 28 novembre dello scorso anno, quando il pregiudicato è stato arrestato in flagrante mentre riscuoteva il denaro e rinchiuso nel carcere di Cassino. Le indagini successive hanno individuato anche altre vittime di usura, come l’amministratore e il socio di una ditta di manutenzione industriale che si erano fatti prestare 5.000 euro e che hanno dovuti restituirne il doppio.

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