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Pignataro Interamna

Sofja, una morte da chiarire: partono gli accertamenti. Parlano le sorelle Tanja e Sonja

La trentunenne aveva accusato un malore in casa nei giorni scorsi. Ieri l’inizio dell’autopsia: esami da eseguire entro 90 giorni

Sofja, una morte da chiarire: partono gli accertamenti. Parlano le sorelle Tanja e Sonja

L’arrivo ieri dei familiari della trentunenne in procura. Sotto una delle sorelle, Tanja, e l’avvocato Montefiori

Hanno raggiunto la procura di Cassino poco prima delle 15 di ieri accompagnati dall’avvocato per procedere al conferimento dell’incarico necessario per l’autopsia sul corpo di Sofja. Un esame fondamentale per chiarire la natura del malore che l’ha strappata all’affetto dei suoi cari a soli 31 anni. Ma anche se la giovane poteva essere salvata. Questo vogliono capire le sorelle Tanja e Sonja, che ieri insieme al papà Miller hanno raggiunto la procura con l’avvocato Nicola Montefiori.
Sofja Rossi, 31 anni, originaria di Forlì ma residente a Pignataro, aveva accusato un malore in casa nei giorni scorsi: il 118 non ha potuto fare altro che constatare il decesso. Di mezzo un accesso all’ospedale di Cassino: nella sera tra il 14 e il 15 luglio la giovane arriva infatti al nosocomio cassinate con dolori lancinanti al collo fino alla schiena. Una sofferenza imponente. Viene presa in carico: alla base di quella afflizione poteva esserci, dicono, una sospetta cervicalgia. Poche ore dopo Sofja è fuori dall’ospedale presumibilmente con la cura del caso. Rientra a Pignataro dove vive con il marito con il quale gestisce un’azienda agricola, e poche sere dopo, il 18, nuovi dolori. Poi il tragico epilogo.

La famiglia vuole sapere la verità su quel malore fatale. «Vogliamo sapere se Sofja si poteva salvare. Deve avere giustizia. C’eravamo sentite lo stesso giorno, ho tutti i messaggi - ha detto la sorella Tanja varcando le porte del tribunale - Vogliamo che queste cose non succedano più a nessuno». «Credo che possano essere stati sottovalutati alcuni sintomi, perché quelli che aveva erano molto gravi. Al telefono mi ha detto “Pensavo di morire”. Mi ha detto di aver fatto l’accesso al pronto soccorso proprio per questo. Aveva fatto degli antidolorifici - ha continuato l’altra sorella, Sonja - e quando ci siamo sentite, circa un’ora prima di morire, mi ha detto che si stava sentendo meglio perché prima aveva patito molto dolore».

Dopo il formalismo legato all’accettazione dell’incarico da parte del perito, i familiari insieme all’avvocato Montefiori hanno raggiunto l’ospedale per l’inizio dell’autopsia. A cui, spiega l’avvocato, seguirà un approfondimento istologico. «Una verifica ancora più approfondita perché vogliamo capire con assoluta certezza cosa sia successo - ha ribadito il legale - e se Sofja poteva essere salvata». Il perito ha 90 giorni per eseguire una serie di attività importanti. Ieri l’ispezione esterna, poi il prelievo di alcuni organi (tra cui il cuore) che saranno oggetto di mirate verifiche. La salma resta a disposizione dell’autorità giudiziaria. Attesa a breve una nuova tranche di accertamenti, compreso l’approfondimento istologico.

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