Spazio satira
Il delitto
25.06.2025 - 14:50
Fabio Sementilli e Monica Crescentini (Fonte Facebook)
Era il 2017 quando Fabio Sementilli, 49 anni, originario di Ceprano, venne accoltellato nel cortile della villa di famiglia a Woodland Hills, in California, poco prima del ventesimo anniversario di matrimonio. A farlo uccidere fu la moglie. Monica Crescentini, 53 anni, di Priverno è stata ritenuta colpevole di omicidio di primo grado e cospirazione per commettere omicidio e condannata all'ergastolo. Secondo il giudice della Corte Superiore di Los Angeles, è stata lei la mente del piano che ha portato all’uccisione del quarantanovenne.
L’uomo, molto conosciuto nel settore dell’hairstyle, fu trovato senza vita dalla figlia più giovane. Le indagini hanno portato alla luce un quadro inquietante: la donna, insieme al suo amante Robert Baker – ex attore porno e già condannato per reati sessuali – avrebbe ideato e pianificato il delitto per motivi economici e passionali. Baker, oggi 63enne, ha già patteggiato la pena dell’ergastolo senza condizionale e ha ammesso di aver ucciso Sementilli per «stare con Monica».
Durante il processo, i pubblici ministeri hanno sottolineato la premeditazione dell’omicidio, aggravato dal fine di lucro e dal fatto che la vittima fu uccisa mentre era in attesa nel patio di casa. Coinvolto anche un terzo uomo, Christopher Austin, che ha collaborato con Baker e ha dichiarato che la porta d’ingresso fu lasciata intenzionalmente aperta dalla donna per facilitare l’ingresso dei killer.
In aula, la difesa di Crescentini ha cercato di smontare le accuse sostenendo che fu solo la relazione extraconiugale con Baker a metterla nei guai, ma che non vi sono prove dirette di un suo coinvolgimento nella pianificazione dell’omicidio. Tuttavia, la giuria l’ha riconosciuta colpevole dopo appena tre giorni di camera di consiglio, accogliendo tutte le aggravanti.
Sconvolgente l’episodio anche per le sue implicazioni familiari: due figlie adolescenti, oggi ormai maggiorenni, hanno perso il padre in modo traumatico e si sono divise nel giudizio sulla madre. In aula, entrambe hanno espresso dolore per la perdita, ma hanno anche difeso la donna, ribadendo di credere nella sua innocenza.
La difesa ha già annunciato che presenterà appello, sostenendo che Monica è innocente e vittima della manipolazione dell’amante. Ma per la giustizia americana, la sua responsabilità è ormai accertata: resterà in carcere per il resto della sua vita.
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