Spazio satira
Addio a Bergoglio
23.04.2025 - 09:01
FOTO VATICAN MEDIA
È il momento del dolore e del silenzio. Per chi crede. Per chi ha trovato in Papa Francesco, da quella sera del 13 marzo di dodici anni fa, una guida, un punto di riferimento. È il momento della meditazione anche per il mondo laico. Sono i giorni della preghiera e della riflessione, indipendentemente dal credo.
Per la Chiesa sono anche i giorni della sede vacante, quelli che avvicinano al funerale del pontefice e portano al conclave che dovrà eleggere la nuova guida.
Questa mattina, alle 9, la salma di Papa Francesco sarà traslata dalla cappella di Santa Marta alla basilica di San Pietro. Il rito, presieduto dal cardinale camerlengo Kevin Joseph Farrell, segna l’inizio dell’omaggio pubblico al pontefice. Il corteo attraverserà piazza Santa Marta e piazza dei Protomartiri Romani, entrando nella basilica attraverso la porta centrale. All’altare della Confessione si terrà la “Liturgia della parola”, al termine della quale comincerà la visita dei fedeli alla salma. Presente anche il capo dello Stato Sergio Mattarella.
Il corpo del Papa è stato deposto in un unico feretro di legno con interno in zinco, senza l’uso del tradizionale catafalco o del bastone papale, in linea con le modifiche apportate da Francesco alle cerimonie funebri papali. E a conferma della sua sobrietà e del messaggio di umiltà che ha sempre professato.
Il rito funebre
La stessa sobrietà che troveremo, per volontà di Francesco, anche nel rito funebre. I funerali si terranno sabato prossimo alle 10 sul sagrato della basilica di San Pietro, nel primo giorno dei Novendiali, vale a dire le nove giornate di lutto e preghiera che la Chiesa cattolica celebra dopo la morte di un pontefice. La messa esequiale sarà presieduta dal cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio.
Dopo la messa, il feretro sarà trasferito alla basilica di Santa Maria Maggiore per la tumulazione, come espresso da Papa Francesco nel suo testamento. Il sepolcro sarà semplice, situato tra la Cappella Paolina e la Cappella Sforza, con la sola iscrizione “Franciscus”.
Verso il conclave
Con la prima congregazione generale dei cardinali, svoltasi ieri mattina in Vaticano, si è aperto ufficialmente il percorso che condurrà all’elezione del nuovo Papa. I porporati si sono riuniti per una preghiera in suffragio di Francesco, seguita dal solenne giuramento di riservatezza: ogni cardinale ha promesso di rispettare il segreto assoluto su tutto ciò che riguarda le procedure legate alla Sede vacante e all’elezione del prossimo pontefice, come stabilito dalla costituzione apostolica Universi Dominici Gregis.
Nel corso della stessa sessione, sono stati sorteggiati i tre cardinali che assisteranno temporaneamente il camerlengo, Kevin Farrell, nella gestione degli affari ordinari durante questo periodo. Si tratta di Pietro Parolin per l’ordine dei vescovi, Stanislaw Rylko per i presbiteri, e Fabio Baggio per i diaconi. Ogni tre giorni, secondo prassi, questi incarichi verranno riassegnati a nuovi cardinali.
Come si svolge l’elezione
Il conclave, che si terrà nella Cappella Sistina, sarà rigorosamente riservato e scandito da un cerimoniale antico e preciso. I cardinali elettori, tutti sotto gli ottanta anni, vivranno all’interno della Domus Sanctae Marthae e potranno uscire solo per raggiungere la cappella dove avverranno le votazioni. Qualsiasi comunicazione con l’esterno è vietata, salvo eccezioni per motivi gravi approvati da una commissione apposita. L’elezione del nuovo pontefice avverrà attraverso lo scrutinium, ovvero un voto segreto. Ogni cardinale scriverà il nome del candidato su una scheda, che verrà poi raccolta, contata e letta pubblicamente da tre scrutatori. Perché l’elezione sia valida, il candidato deve ottenere almeno due terzi dei voti. Se, ad esempio, dovessero partecipare tutti i 135 cardinali elettori, sarebbero necessari almeno 90 voti per eleggere il nuovo Papa.
Le votazioni possono iniziare con un solo scrutinio nel pomeriggio del primo giorno, mentre nei giorni successivi si tengono fino a quattro votazioni quotidiane: due al mattino e due al pomeriggio. Ogni votazione è preceduta dalla distribuzione delle schede e dal sorteggio di nove cardinali incaricati di svolgere i ruoli chiave nella gestione delle operazioni: scrutatori, raccoglitori di voti per gli eventuali cardinali ammalati e revisori.
Al termine dello scrutinio, se nessun candidato ha raggiunto il quorum richiesto, si procede con una nuova votazione. Se invece uno di loro lo supera, l’elezione diventa ufficiale soltanto dopo la verifica della regolarità da parte dei revisori.
Le schede utilizzate vengono poi bruciate in una stufa posta nella Cappella Sistina. Il fumo nero, visibile dal comignolo sul tetto, segnala che l’elezione non è ancora avvenuta. Il tanto atteso fumo bianco annuncia invece l’avvenuta scelta del nuovo Vescovo di Roma.
Tempi e possibilità di stallo
Se dopo tre giorni di votazioni non si arriva a un risultato, è prevista una pausa di riflessione e preghiera di 24 ore. Dopo la ripresa delle votazioni, se persiste lo stallo, si possono concedere ulteriori interruzioni, sempre alternate a serie di sette scrutini. Questo ciclo può ripetersi fino a quattro volte. In caso di ulteriore impasse, si passa a una votazione ristretta tra i due cardinali che hanno ricevuto più voti nello scrutinio precedente. Questi ultimi, però, non potranno votare. Anche in questa fase, resta valida la regola dei due terzi per l’elezione.
L’annuncio: Habemus Papam
Una volta accettata l’elezione, il cardinale eletto sceglie il nome papale. Se è già vescovo, assume subito l’incarico. Se non lo è – eventualità oggi rara – deve essere ordinato prima di poter esercitare il ministero petrino. Subito dopo, tutti i cardinali presenti gli rendono omaggio, giurando obbedienza.
Infine, uno dei cardinali si affaccia dal loggione centrale della Basilica di San Pietro per proclamare l’ormai celebre annuncio: «Habemus Papam». Il nuovo pontefice si presenta alla folla e impartisce la prima benedizione Urbi et Orbi.
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