Lui, la badante e... l’altra

Era stata assunta da un anziano di Ferentino come badante. Viveva nella sua abitazione ed erano arrivati anche ad instaurare un rapporto importante. Ad un certo punto lei, una cinquantenne, si è dovuta assentare per un mese, tornare nella sua terra d’origine, la Romania. Lui, un ottantenne, non voleva che lei lo “lasciasse”, anche se per poche settimane. Al rientro a Ferentino, la badante ha trovato una sostituta che non le ha permesso di entrare. È finita per essere licenziata, mandata via di casa dall’anziano e denunciata per truffa e violazione di domicilio. Denunce per cui è finita a processo. Ieri al sentenza e l’assoluzione. L’ottantenne l’aveva denunciata per vendetta. La cinquantenne, per la sua difesa, si è rivolta all’avvocato Antonio Ceccani.

I fatti
I fatti contestati risalgono a circa tre anni fa. La badante e l’ottantenne vivevano insieme. Andava tutto bene fin quando lei ha dovuto far ritorno in Romania per un periodo di tempo. Lui non voleva che la donna andasse via. E così, stando a quanto ricostruito, l’ha sostituita con un’altra badante, una quarantaquattrenne, anche lei di origine romena. Quando la cinquantenne è tornata nella città gigliata, a casa dell’anziano, si è vista aprire la porta dalla sua connazionale. Quest’ultima non l’avrebbe fatta entrare. Ne sarebbe nata una discussione. Quando la cinquantenne è tornata per riprendere le sue cose è stata allontanata e denunciata dall’uomo per violazione di domicilio. Alla denuncia ha aggiunto anche l’accusa di truffa. Ha sostenuto di essere stato truffato e derubato. La badante si è vista licenziata ed è finita a processo. L’avvocato Ceccani è riuscito a dimostrare che la denuncia del ferentinate si basava su accuse infondate, che il licenziamento era illegittimo e la sua assistita aveva il diritto di entrare in casa come da contratto di lavoro. Ieri la sentenza e la cinquantenne è stata assolta con la formula “perché il fatto non sussiste”.