Spazio satira
Cassino
24.04.2024 - 10:04
Presunte torture e maltrattamenti nel carcere minorile “Beccaria” di Milano, al via gli interrogatori per gli agenti coinvolti nell’inchiesta aperta dalla procura meneghina per fatti che risalgono al 2022. Una indagine delicatissima, partita dalla denuncia di un minore abusato in carcere da un altro detenuto, che può essere considerata il detonatore delle accuse che vanno dall’ipotesi del reato di tortura a quella di maltrattamenti, da quella di lesioni e omissione alle ipotesi di falso e, in un caso, di tentata violenza sessuale. Reati - contestati in varia misura - aggravati dalla minorata difesa, dall’abuso di potere e dalla minore età delle vittime nonché dai futili motivi.
L’inchiesta ha travolto 13 agenti destinatari della misura cautelare in carcere e altri otto sospesi. In tutto gli indagati sono risultati essere una cinquantina. A doversi difendere dalle pesantissime accuse anche due agenti del Cassinate e uno originario di Formia. È Erasmo Matteo Gusman, classe ’94 di Formia, il principale indagato per i pestaggi nell’istituto “Beccaria”, arrestato per le aggressioni denunciate dai detenuti minorenni. Destinatario della misura anche Roberto Mastronicola, classe ’97 nato a Pontecorvo e residente nel Cassinate: diversi gli episodi contestati ai due rappresentanti della polizia penitenziaria. Indagata invece a piede libero un’altra poliziotta di 44 anni, originaria di Cassino.
Sono partiti ieri mattina a partire dalle 12 nel carcere di Bollate gli interrogatori dei 13 agenti arrestati. Mastronicola, assistito dall’avvocato Francesco Malafronte, ha risposto al giudice. Ha spiegato rigettando le accuse. E lo ha fatto portando all’attenzione dei magistrati anche una produzione documentale. Non l’unico a rispondere ma c’è anche chi ha preferito avvalersi della facoltà di non rispondere. Cinque gli interrogatori previsti ieri, interrogatori che proseguiranno anche nei prossimi giorni per delineare meglio la vicenda da un punto di vista giudiziario.
Per gli otto agenti sospesi, compreso il comandante della struttura, gli interrogatori avranno inizio la prossima settimana. Ma le indagini non sono finite. Sarebbero infatti in corso altre attività necessarie a capire se ci possano essere ulteriori casi da analizzare e inserire nella maxi inchiesta condotta dalle pm Rosaria Stagnaro e Cecilia Vassena. Le risultanze delle indagini coordinate dalla procura e portate avanti dalla polizia, con il sostegno di parte della Penitenziara, sono state condivise appieno dal gip Stefania Donadeo. Secondo quanto emerso e messo nero su bianco nell’ordinanza notificata lunedì ai coinvolti, il clima di paura sarebbe stato garantito da aggressioni costanti.
In più di una occasione gli agenti avrebbero prelevato con forza i detenuti, tutti i minorenni, dalle loro celle e li avrebbero condotti all’interno di una stanza dell’Istituto priva di telecamere per aggredirli fisicamente in gruppo, utilizzando anche delle manette per immobilizzarli. Arrivando a pestarli mentre erano ammanettati e senza alcun vestito addosso. E in più occasioni, dopo le aggressioni, avrebbero minacciato i minori del “Beccaria” di non presentare denuncia per non patire ulteriori conseguenze nel periodo di detenzione.
Ieri, però, l’attenzione è stata calamitata anche dall’ingresso nel carcere degli ispettori del ministero della Giustizia che vogliono ascoltare gli operatori, don Rigoldi e don Burgio, l’ex cappellano e l’attuale guida spirituale nella struttura detentiva.
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