L'edilizia resta in crisi in provincia di Frosinone. Per questo motivo Domenico Paglia, presidente dell’Ance Frosinone, non ha nascosto la preoccupazione in conferenza stampa. Con lui il presidente dei Giovani dell’Associazione nazionale costruttori edili della provincia, Gaetano La Rocca. Presenti anche il direttore di Unindustria Frosinone, Corrado Felici, Achille Fiorini e Fabrizio Dell’Uomo.
In Ciociaria dal 2008 ad oggi hanno chiuso 750 imprese edili, 96 delle quali nell’ultimo anno. Di conseguenza nel 2015 la riduzione delle aziende attive è stata pari a - 6,65%. Il tutto nel momento in cui, come ha sottolineato Paglia, in Italia la situazione è migliorata. Negli ultimi dodici mesi è diminuito pure il numero dei lavoratori, del 7,51%. In sostanza hanno perso il posto 484 operai. Problemi enormi anche sul versante dell’accesso al credito. Ha detto Paglia: «Anche se a livello nazionale sembrano arrivare segni incoraggianti per un auspicato mutamento di tendenza, a livello provinciale si riscontrano ancora gravissime difficoltà nell’accesso al credito, sia da parte delle imprese, sia da parte delle famiglie. I dati relativi all’incremento dei mutui sono determinati spesso dalle rinegoziazioni dei mutui già erogati, alla luce del continuo abbassamento dei tassi». Ulteriore discesa, del 2,9%, delle compravendite immobiliari in Ciociaria. Ha detto Domenico Paglia: «Le uniche imprese che non hanno sofferto la crisi e che hanno aumentato il proprio fatturato sono quelle che in questi anni hanno avuto la forza economica e finanziaria di puntare ai mercati esteri. L’Ance negli ultimi anni, al fine di agevolare questo processo di internazionalizzazione delle aziende, ha promosso diverse missioni estere. Soltanto nel corso del 2015 citiamo quelle in Albania, Polonia e Repubblica Ceca». Va detto che la crescita delle imprese di costruzione italiane all’estero non si arresta, con un incremento del fatturato estero pari al 10,2%. Un dato che va preso in considerazione per un’analisi del trend. Domenico Paglia ha fatto riferimento ad alcuni segnali positivi che arrivano dal Governo: la riduzione dell’Iva pagata dall’acquirente del 50% per l’acquisto di case in classe energetica A e B, le misure fiscali del “pacchetto casa”, i bonus potenziati, la riduzione della Tasi. Mentre a livello provinciale la musica è un’altra. Ha spiegato Paglia: «Prima dell’avvio della gravissima crisi economica, l’industria delle costruzioni raggiungeva un livello pari a circa il 20% del pil della provincia». I costruttori hanno anche sottolineato la necessità di cambiare il modo di costruire, di puntare sulla modernizzazione e sull’efficientamento energetico. Ma per far ripartire l’edilizia c’è bisogno di opere ed infrastrutture pubbliche.Â