Patenti facili alla Motorizzazione di Frosinone, arrivano le prime condanne. Ma la procura dice no a un patteggiamento. Si tratta del primo gruppo dei 131 indagati, cui la procura di Frosinone ha contestato il reato associativo finalizzato «a far conseguire illecitamente a numerosi candidati l’idoneità alla prova teorica per il conseguimento della patente di categoria B e/o la revisione della patente attraverso la predisposizione di condotte fraudolente, quali la redazione di atti falsi e la pianificazione di sedute di esame “truccate”», in cambio di rilevanti profitti.

Contestati anche accessi abusivi al sistema telematico della Motorizzazione per procedere al rilascio di patenti di guida mai conseguite dai beneficiari o alla modifica della data di scadenza degli stessi titoli. Il gup del tribunale di Frosinone, Stefano Troiani, alla fine ha pronunciato otto condanne e un rinvio a giudizio.

I due principali imputati hanno visto le proprie strade dividersi. L’ex direttore facente funzioni della Motorizzazione Roberto Scaccia, 51 anni di Frosinone, attualmente ai domiciliari, ha scelto il rito abbreviato. Nonostante una parziale ammissione delle accuse non si aspettava certo una condanna così pesante: il giudice gli ha inflitto sette anni e mezzo. Una pena che, in attesa delle motivazioni, come preannuncia il suo difensore l’avvocato Fabio Rocco, sarà impugnata in appello.

Al direttore è contestato l’aver assecondato le richieste di Donato Ferraro, titolare di alcune autoscuole assegnando esaminatori compiacenti, anch’essi appartenenti al sodalizio, per favorire il supera- mento della prova teorica agli esaminandi che avevano pagato.

Dopo Scaccia, c’era attesa per le decisioni di Donato Ferraro, 65 anni, di Marcianise, residente a Cassino, gestore e socio di diverse autoscuole in provincia di Frosinone, soprattutto nella città martire. Ferraro avrebbe dovuto patteggiare una pena al di sotto dei quattro anni, dietro restituzione della Ferrari e altri beni destinati alla confisca. Dopo aver cambiato avvocato, affidandosi all’avvocato Massimiliano Tisbo, ha chiesto il dissequestro di una parte di tali beni, al che il pubblico ministero Maria Pia Ticino ha negato il consenso, precedentemente prestato, al patteggiamento. Ferraro è finito a giudizio e sarà giudicato con rito ordinario. Secondo le accuse raccolte dalla squadra mobile, l’associazione contava sul contributo di esaminatori che, per l’accusa erano assegnati dal direttore Scaccia su sollecitazione di Ferraro, i quali avrebbero omesso di «effettuare i necessari e/o regolari controlli circa l’identità dei candidati presenti e consentendo, in tal modo, la partecipazione alle prove di esami dei sodali aventi il ruolo di sostituti/suggeritori». Inoltre, avrebbero formato dei falsi verbali di esami, ricevendo in cambio da Ferraro - sostiene la procura - compensi tra i 150 e i 250 euro a candidato.

Con il patteggiamento il giudice ha allora inflitto agli esamina- tori Domenico Fratarcangeli, 58 anni, di Ripi, difeso dall’avvocato Giampiero Vellucci, una pena di tre anni e sei mesi con revoca degli arresti domiciliari, e Tiziana Saginario, 61 anni, di Frosinone, difesa dall’avvocato Massimo Meleo tre anni. Hanno patteggiato pena più basse, con tanto di sospensione, alcuni personaggi di secondo piano. Due anni a Donato Ferraro, 57 anni, di Sparanise, cugino del suo omonimo, accusato di aver fatto il suggeritore e di aver procacciato altri suggeritori.

Infine un anno e mezzo è la pena per tutti gli altri. Si tratta dei suggeritori Francesco Iadicicco, 23 anni, e Rosario Gaglione, 43, entrambi di Marcianise, e di Giuseppe e Salvatore Ferraro, 32 e 28, di Marcianise e Casapulla, questi ultimi accusati di aver procacciato suggeritori. Per il resto degli imputati è prevista l’udienza preliminare a febbraio.

Il caso delle patenti facili era esploso lo scorso aprile con venti arresti. Tra i beneficiari delle patenti tanti cinesi, africani, ma anche italiani provenienti soprattutto da fuori provincia. E gli stranieri erano quelli che pagavano di più.