Fatture per operazioni inesistenti. È questa l’ipotesi d’accusa che ha portato la Guardia di Finanza a effettuare una serie di sequestri di beni. Sequestri convalidati dall’autorità giudiziaria nei confronti di cinque indagati, tutti residenti tra Frosinone e Alatri. Si tratta dei responsabili legali, che si sono succeduti nel tempo, tra il 2008 e il 2013, alla guida di quattro società operanti nel mondo dell’edilizia. A questi, tutti difesi dall’avvocato Antonio Ceccani, è contestato l’aver utilizzato, a fini fiscali, una serie di fatture emesse da cinque società tra cui una andata in fallimento, la Gi.ma service srl. Fatture per un ammontare di quasi 120.000 euro utilizzate da una sesta società in violazione della normativa secondo l’ipotesi accusatoria.

Nel mirino della Guardia di finanza è finito, in modo particolare, l’anno di imposta 2011. L’inchiesta è partita su segnalazione del curatore che stava consultando la documentazione della Gima. Da qui sono saltate fuori una serie di fatture con oggetti generici “costruzione” senza giustificazioni. Andando alla ricerca di ulteriore documentazione presso le società che avrebbero effettuato i servizi per i quali erano state emesse le fatture sono emerse altre incongruenze.

A quel punto la Guardia di Finanza di Fiuggi ha ricostruito la strada percorsa dalle fatture. I sospetti, in particolare, si sono concentrati su una causale “realizzazione manufatto presso nostro cantiere ad Alatri”. Solo che di questo cantiere non c’era traccia così come negli uffici tecnici del Comune.

Da lì l’inchiesta ha effettuato un salto di qualità. Indagati i sei imprenditori ed effettuati i primi sequestri. Tra i beni sequestrati immobili, terreni ma anche materiali riconducibili all’attività edilizia. Le fatture presentavano importi non elevatissimi, alcuni dei quali si ripetevano nel tempo con la tessa cifra.