«È un’azienda solida e competitiva sul mercato, con un portafoglio clienti di livello eccellente per quantità e qualità. Le trattative per il passaggio dalla proprietà indiana a un nuovo acquirente si stanno svolgendo in totale trasparenza ma non sono ancora concluse e pertanto non divulgabili». Alfonso Marra, amministratore delegato della Klopman, è uno di quei manager che, quando arrivano in Ciociaria, pensano di essere stati catapultati in un Paese del terzo mondo. Subito dopo, però, hanno l’onestà intellettuale di ammettere di trovarsi al cospetto di professionalità e competenze. Tanto che la sfida accettata nel 2013 la vuole vincere. Con la testa e con il cuore. Lo abbiamo incontrato. Promette investimenti per 15 milioni di euro in 5 anni.

Dottor Marra, che fa la Klopman, smobilita?

«Non credo proprio. Ci tengo a far notare che questa azienda è tecnologicamente avanzata e rappresenta un fiore all’occhiello dell’industria tessile mondiale. In grado di competere con tedeschi, cinesi e americani».

Ma lei conferma la notizia che passerà di mano?

«Sì. Le offerte sono state più di 60 e l’operazione si concluderà prima di dicembre. È importante, però, sottolineare che le ragioni che sono alla base della cessione non vanno ricercate nella scarsa competitività dell’azienda, che negli ultimi anni ha fatto registra- re una crescente solidità finanziaria ed economica».

E allora dove?

«Fin dal luglio 2014, constatata l’insolvenza di Mw Corp, Banca Exim ha esercitato i suoi diritti a protezione del credito, intervenendo a fianco del management nella gestione della società e dando a quest’ultimo pieno appoggio nell’attività operativa. A fine 2015, in assenza di soluzioni da parte del debitore, l’istituto di credito ha deciso di iniziare il processo di vendita. La gara è stata gestita da Exim, creditore pignoratizio, che ha recepito le istanze del management».

In che senso?

«Nel senso che criteri essenziali per la selezione dei potenziali azionisti sono stati la garanzia del mantenimento del quartier generale aFrosinone, la conservazione del livello occupazionale dello stabilimento ciociaro, la piena autonomia del management e un piano di rilancio ambizioso. È parte fondamentale dell’accordo un investimento di 3 milioni l’anno per i prossimi 5 anni».

Quindi lei sostiene che ci saranno nuovi investimenti?

«Lo stabilimento di Frosinone è oggetto da diversi anni di investimenti in innovazione per assicurare al mondo del lavoro tessuti sempre all’avanguardia e adatti alle più differenti applicazioni. Tutto ciò costituisce la migliore garanzia contro qualsiasi delocalizazione dell’impianto produttivo. Ricordo che a fine 2015 Klopman International ha fatto registrare un’ottimale tenuta del fatturato a 120 milioni, con il 95% realizzato all’estero. Significativa anche la crescita delle vendite dei tessuti ad alta innovazione e ad alta marginalità».