Operazione “Pesce giallo”
04.06.2025 - 13:00
Ai cittadini che si rivolgevano all’ex ufficio del Catasto di Frosinone, ora Agenzia delle entrate, venivano rappresentate difficoltà inesistenti, veniva sminuito il ruolo del professionista incaricato e venivano richieste somme di denaro per chiudere le pratiche. È, in estrema sintesi, quanto ipotizzato dalla procura di Frosinone nell’inchiesta “Pesce giallo”, per induzione indebita a dare e promettere utilità, corruzione, concussione e truffa, condotta dai carabinieri di Frosinone nel 2019.
Ieri, il pubblico ministero Beatrice Neroni, che ha ereditato le carte dal collega Adolfo Coletta, ora in pensione, ha formulato le richieste di pena davanti al collegio presieduto dal giudice Antonio Ruscito. Il rappresentante dell’accusa ha richiesto le pene più alte per i due dipendenti dell’Agenzia delle entrate finiti a processo (altri hanno patteggiato o scelto il rito abbreviato in udienza preliminare), ovvero dieci anni per Carlo Mastroianni, 64 anni, di Monte San Giovanni Campano e nove anni per Domenico Carnevale, 68, di Sora. Il pm ha riqualificato l’accusa di concussione in induzione indebita nei confronti di Carnevale in relazione alle pretese verso due geometri interessati a una verifica catastale su fabbricati rurali.
All’inizio della requisitoria, il pm ha descritto «un’indagine molto articolata e complessa che ha avuto origine da una denuncia-querela di un geometra nell’ambito di una vicenda di accatastamento di un immobile». Secondo l’accusa, oltre a sminuire il ruolo del professionista incaricato della pratica, «Carnevale e Mastroianni, oggi i principali imputati, uno al front office e l’altro con accesso alle banche dati, hanno avanzato delle pretese economiche. Da questa denuncia ha preso avvio un’indagine per vari reati contro la pubblica amministrazione».
Descritto il modus operandi dei due dipendenti che, in qualche caso, si sarebbero presentati direttamente a casa dei professionisti per cercare di ottenere denaro «in cambio di prestazioni che si impegnavano a svolgere anche con modalità truffaldine». Tra le contestazioni c’è, infatti, la truffa. A riscontro dell’accusa, secondo il pm, intercettazioni ambientali e telefoniche, videoregistrazioni anche dentro l’ufficio, pedinamenti e dichiarazioni. Il pm ha poi citato anche «lo spostamento dall’ufficio di Carnevale da parte della direzione dopo il rinvenimento di 50 euro in contanti nel suo ufficio».
Sulle truffe, il pm ha ricordato le difficoltà inesistenti prospettate agli utenti anche se sono «pochi i casi in cui tra i privati è emerso un dubbio o un sospeso, che sono poi i casi in cui è contestato il tentativo». Il pm ha contestato l’aggravante della minorata difesa ai danni del cittadino che si rivolgeva all’ufficio. Il pm ha poi proseguito nelle richiesta chiedendo una condanna a un anno (per Franco Golluccio di Cassino per concorso in induzione indebita) e poi tutte condanne a due anni (per Pierluigi Cerro di Cassino, Domenico Faticoni di Monte San Giovanni Campano, Aleandro Mastromattei di Sora, Cristiano Mattia di Alatri, Franco Merolle di Fontana Liri, Carlo Propia di Sora, Manuel Rapone di Alatri e Andreina Rossi di Ceprano) tutti geometri, intermediari finanziari o agenti immobiliari per concorso in corruzione. Al pm si è associato l’avvocato di parte civile Francesca Gatta.
A seguire sono intervenuti i primi difensori (ieri hanno parlato gli avvocati Amleto Iafrate, Enzo Clemente, Gemma Farignoli, Tony Ceccarelli, Francesca Di Castro e Cesare Zannetti) che hanno contestato l’utilizzabilità delle intercettazioni, la posizione di alcuni testi che, secondo la prospettazione difensiva, dovevano entrare nel processo come imputati, nonché il fatto che la dazione delle somme di denaro era spesso di modesta entità, anche 20 euro. Prossima udienza il 15 luglio per le altre difesi (avvocati Nicola Ottaviani, Claudia Mancini, Marco Maietta, Annalisa Martini e Danilo Iafrate).
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