Il caso
18.05.2025 - 19:33
Un'immagine di Frosinone Brescia FOTO FEDERICO PROIETTI
Per le presunte irregolarità nei versamenti dei contributi relativi agli stipendi di dicembre, gennaio e febbraio il Brescia comparirà davanti alla Procura Federale giovedì 22 maggio e il destino delle Rondinelle è appeso a un filo. Al centro della vicenda, il presidente Massimo Cellino, che si difende con forza: «Siamo stati truffati». Secondo quanto emerso, il Brescia avrebbe utilizzato crediti d’imposta per coprire i pagamenti fiscali, crediti che, a seguito di verifiche dell’Agenzia delle Entrate, si sarebbero rivelati inesistenti. La Covisoc, organo di controllo sui bilanci delle società calcistiche, aveva avviato le verifiche il 28 febbraio, ma la risposta dell’Agenzia è arrivata solo il 16 maggio, a stagione regolare conclusa. Questo ritardo ha scatenato un’accelerazione nella procedura della FIGC, con la Procura Federale che ha chiuso le indagini in tempi record, contestando al Brescia, a Massimo Cellino e a suo figlio Edoardo violazioni amministrative e slealtà sportiva.
Cellino, però, non ci sta e punta il dito contro una presunta società terza, alla quale il Brescia si sarebbe affidato per la compravendita di questi crediti d’imposta, per un valore di circa 1,4 milioni di euro. «Truffa subita», è il laconico ma pesante commento del patron, che lascia intendere un tentativo di scaricare la responsabilità su un intermediario esterno. La difesa avrà tempo fino a mercoledì per presentare una memoria in vista dell’udienza, che si preannuncia cruciale non solo per il Brescia, ma per l’intera zona salvezza della Serie B. Le conseguenze sportive potrebbero essere devastanti: una penalizzazione di quattro punti farebbe scivolare il Brescia al terzultimo posto, decretandone la retrocessione diretta in Serie C insieme a Cittadella e Cosenza. In questo scenario, il Frosinone si salverebbe, mentre Salernitana e Sampdoria si troverebbero a disputare i playout, precedentemente rinviati proprio a causa di questa vicenda.
La tensione a Brescia è alle stelle. Nel tardo pomeriggio di oggi, un gruppo di tifosi e ultras si è radunato in via Solferino, davanti alla sede del club, dando vita a cori di protesta contro Cellino, ritenuto il principale responsabile di una stagione già deludente. «Inadeguatezza» è il termine usato dal presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, per descrivere una situazione che ha assunto contorni paradossali. L’udienza del 22 maggio sarà il primo passo di un percorso che potrebbe protrarsi con appelli e ulteriori gradi di giudizio. Tuttavia, la Lega B e la FIGC sembrano intenzionate a non attendere oltre il processo di primo grado per ridefinire la classifica e, eventualmente, disputare i playout. Intanto, Brescia trattiene il fiato, sperando che la difesa di Cellino possa ribaltare una situazione che, al momento, sembra un incubo per i tifosi delle Rondinelle.
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