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Lo studio

Inquinamento, punto di rottura

L’Arpa Lazio: la Valle del Sacco rimane lontana dagli obiettivi di riduzione dei limiti per le polveri sottili. Definita una mappa puntuale con le concentrazioni comune per comune. E l’agenzia chiede misure ulteriori e più efficaci

arpa via puccini

La centralina Arpa di via Puccini a Frosinone

«La distanza ancora esistente per il rispetto dei limiti previsti dalla normativa per il Pm10 e l’No2, l’impegno assunto dalla Regione per il raggiungimento della conformità nel 2025, il breve periodo di tempo rimasto, i tempi fisiologici necessari all’ottenimento di risultati di riduzione dell’inquinamento attraverso le misure incentivanti e di promozione di comportamenti sostenibili, rendono necessario sia la completa attuazione di tutte le misure già previste dall’aggiornamento del Piano di risanamento della qualità dell’aria, sia la necessità di valutare ulteriori efficaci misure rispetto a quelle già individuate». È quanto scrive l’Arpa Lazio nelle conclusioni del rapporto “Valutazione della qualità dell’aria della regione Lazio 2023”. Il problema, quanto alla Valle del Sacco, riguarda non solo Ceccano, Frosinone, Cassino le città le cui centraline registrano i valori più elevati d’inquinamento per le polveri sottili, ma anche centri non coperti dal sistema di rilevazione delle centraline Arpa.

L’agenzia, infatti, sulla base di un sistema modellistico, è riuscita a mappare l’intera regione e valutare, su base comunale, l’impatto degli inquinanti. Sulla base di questo modello, nella Valle del Sacco, nel 2023 superano i limite delle 35 giornate con una concentrazione superiore ai 50 microgrammi per metro cubo ben 41 comuni di cui 38 ciociari. Tra questi da segnalare ci sono Frosinone con 78 superamenti, Ceccano con 77, Aquino e Cassino con 71, Piedimonte San Germano con 70. In base al modello matematico le medie di concentrazione di Pm10 più alte si registrano ad Aquino e Villa santa Lucia con 37, poi Cassino, Ceccano e Piedimonte San Germano a 36, Castrocielo a 35, Anagni, Frosinone e Paliano a 34. Per il Pm2,5 le medie più elevate si hanno a Cassino con 25, seguita da Cervaro e Villa Santa Lucia a 23, Frosinone, Isola del Liri, Piedimonte San Germano e Pignataro a 22. Per il biossido d’azoto non si registrano superamenti, ma le medie più alte si hanno ad Anagni con 33, Alatri con 32 e Frosinone con 29. Per l’ozono l’Arpa assegna 35 superamenti a Sora, l’unica in rosso con la romana Monte Compatri (26). Va precisato che i risultati del «sistema modellistico risultano essere in alcuni casi distanti dalle concentrazioni misurate dalla rete di monitoraggio della qualità dell’aria». Incongruenze «legate a diversi fattori tra cui la risoluzione spaziale adottata nelle ricostruzioni modellistiche e le emissioni con le quali viene alimentata la catena modellistica».

Nella Valle del Sacco «le elevate concentrazioni di Pm10 rappresentano la criticità più significativa». Quanto alle centraline quelle con più sforamenti sono a Colleferro (viale Europa), Cassino, Ceccano e a Frosinone (quella dello Scalo). Anche se, nel 2023, nessuna centralina ha avuto una concentrazione media annua superiore al limite annuo di 40 microgrammi per metro cubo. Stesso discorso per il Pm2,5: nessuna centralina è oltre quota 25. Nelle conclusioni si osserva «un significativo incremento delle emissioni dovute al riscaldamento domestico, rispetto ai dati utilizzati negli antecedenti il 2020». Nel 2023 il Pm10 è rimasto pressoché costante in tutte le zone della regione e non si riscontrano criticità sul Pm2,5. Tuttavia, nell’analisi si dà atto che il 2023 è stato molto più piovoso del 2022 «il che probabilmente ha contribuito a moderare la concentrazione di particolato atmosferico». Inoltre, la qualità dell’aria è stata influenzata anche «dalle incursioni di polveri desertiche, un fenomeno che influire negativamente sulla qualità dell’aria». Per il benzo(a)pirene , infine, «si rilevano superamenti del valore limite relativo a tale inquinante esclusivamente nella zona Valle del Sacco». In conclusione nel 2023 si sono riscontrati miglioramenti, anche se la popolazione esposta è aumentata.

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