Spazio satira
Economia
07.10.2024 - 13:00
Per ogni contratto stipulato a tempo indeterminato in provincia di Frosinone ce ne sono cinque a termine. Più di un’assunzione su due, nel primo semestre 2024 nel settore privato, è a tempo determinato. È l’ennesima conferma che in Ciociaria il lavoro è sempre più precario. Lo rileva l’osservatorio sul mercato del lavoro dell’Inps, curato dal coordinamento generale statistico attuariale, dalla direzione centrale entrate e dalla direzione centrale tecnologia informatica e innovazione, che ricostruisce i movimenti di assunzioni, trasformazioni e cessazioni dei rapporti di lavoro in Italia. Nel 2024 il numero dei nuovi contratti di lavoro si attesta a 22.989, quasi sugli stessi livelli del primo semestre dello scorso anno quando, invece, i contratti erano stati 22.898, per un meno 0,39%. Nello specifico, da gennaio a giugno 2024, le assunzioni a tempo indeterminato sono state 4.101. Un numero in calo se confrontato con l’analogo periodo del 2023 quando le assunzioni a tempo pieno erano state 4.507. Da allora si registra una contrazione del 9%.
Al contrario, dal 2023 al 2024 cresce il ricorso ai contratti a tempo determinato che passano da 11.708 a 11.836 per un più 1,09%. Non a caso il peso dei contratti a termine sul totale dei contratti sottoscritti dai lavoratori ciociari è cresciuto dal 51,13% al 51,48%. Diminuiscono, invece, i contratti in apprendistato, da 1.367 a 1.207 (-11,70%) e, seppur in misura minore, quelli in apprendistato, da 669 a 659 per un meno 1,49%. All’opposto aumenta il ricorso ai contratti in somministrazione, passati da 4.030 a 4.623 per un più 14,71%. Infine, diminuiscono i contratti intermittenti, da 617 a 563, ovvero meno 8,75%.
Spostando il confronto sugli ultimi dieci anni, dal 2014 al 2024 si nota allora che i contratti totali hanno subito un rialzo dai 18.886 del primo semestre 2014 agli attuali 22.989 (più 21,72%). Tuttavia, allora c’erano più assunzioni a tempo indeterminato, 5.338 (il 28,26% del totale contro l’attuale 17,83%) contro 4.101, mentre le assunzioni a termine erano decisamente inferiori, 7.470 contro 11.836. Quindi ora sono il 58,44% in più. In risalita gli apprendisti (777 contro 1.207, più 55,34% in dieci anni), mentre all’epoca si registrava un maggior ricorso ai contratti stagionali, 1.004 contro 659, che, dunque, scendono del 34,36%. In rialzo anche i contratti in somministrazione, 4.099 contro gli attuali 4.623, più 12,78% rispetto al 2014. Segnano una crescita esponenziale i contratti intermittenti, che erano 198 e ora toccano quota 563, per un più 184,34%.
Tornando al primo semestre del 2024, sono stati chiusi 5.389 contratti a tempo indeterminato, un po’ meno rispetto allo stesso periodo del 2023, quando le cessazioni erano state 5.838, con una contrazione del 7,69%. Al contrario, rispetto all’anno precedente aumentano i contratti a termine cessati, da 8.603 a 8.970, più 4,26%. Stessa cosa per l’apprendistato, i contratti chiusi passano da 660 a 701, e per gli stagionali, da 388 a 433. I rapporti in somministrazione registrano 3.561 chiusure nel 2023 rispetto alle 3.898 del 2024 con un incremento del 9,46%. Infine, passo indietro per i contratti intermittenti cessati, che scendono da 453 a 393. Altro dato fornito dall’Inps è quello sulle trasformazioni dei contratti a tempo indeterminato. Quelli a tempo determinato trasformati a tempo pieno sono 2.323, un po’ meno rispetto ai 2.424 del 2023 (-4,16%). Gli stagionali trasformati a tempo pieno diminuiscono da 21 a 14 in dodici mesi, così come quelli in somministrazione da 101 a 86, e di lavoro intermittente, da 19 a 13. Stessa cosa per i contratti da apprendista, quelli trasformati a tempo pieno calano da 390 a 368.
Infine, i rapporti in somministrazione trasformati sono 7 un po’ più dei 4 dell’anno scorso. A livello nazionale, osserva l’Inps, «l’economia italiana continua a crescere, con un saldo positivo di 440.000 nuove posizioni nel settore privato registrato a giugno 2024. Un risultato che conferma la vitalità del mercato del lavoro e la sua solidità. La dinamica dei flussi di assunzioni nel primo semestre di quest’anno, nonostante una leggera flessione rispetto all'anno record precedente, è infatti il segnale di trend positivi che si consolidano».
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