Avvelenati da sostanze tossiche contenute nei diserbanti, oppure uccisi deliberatamente. Fatto sta che Spicchio e Dylan sono morti dopo aver sofferto a lungo. La denuncia è finita sul muro della chiesa di San Liberatore. Con un manifesto firmato da chi amava profondamente quei due cani.

Cristina Ciotoli non punta l’indice contro qualcuno. Vuole solo capire cosa può essere accaduto. «A volte succedono cose - evidenzia - che è bene che tutti sappiamo, soprattutto in quartieri come il nostro: San Liberatore, dove tutti si conoscono e dove tutti dovrebbero rispettarsi e volersi bene».

A qualcuno la battaglia di civiltà potrebbe non interessare. Ma lei la vuol portare avanti lo stesso. Esponendosi in prima persona. Con quel coraggio che a volte solo le donne han- no. «La causa della morte di Spicchio e Dylan - prosegue - è stata una forte intossicazione che, dopo una triste e dolorosa agonia, li ha portati alla morte. Non so se la cosa sia stata casuale, oppure voluta».

E sulla decisione di affiggere manifesti nella zona spiega: «Il mio avviso è per mettere in guardia chi come me e la mia famiglia tiene ai proprio cani, per cercare di proteggerli. In che modo? È semplice: se qualcuno sta usando sostanze tossiche, non rendendosi conto di quello che possono causare, è meglio che non lo faccia più. Se invece c’è qualcuno che per qualche assurdo motivo lo ha fatto volutamente, allora posso solo dire che è un gesto disumano: una cattiveria assurda fatta da persone povere dentro. Capaci solo di fare del male. Spero, con queste parole, di evitare altre brutte esperienze, come quella di dover guardare il proprio cane che ti fissa con occhi pieni di bontà unica ma anche piena di tristezza. E mentre lo accarezzi dai il permesso al veterinario di fare quella puntura che metterà fine alla sua sofferenza ma anche alla sua vita. Una vita che non tutti posso capire ma che è quella di un cane speciale».