Funzioni ambientali, la Provincia continua a navigare a vista. E se non è guerra con la Regione, poco ci manca. Lâente di piazza Gramsci dice basta e chiede, con un formale appello alla Pisana, che âprovveda con urgenza a fornire un adeguato e aggiornato quadro normativo, in materia ambientale, assicurando, lâattivazione degli strumenti necessari a consentire un corretto esercizio delle funzioni da parte delle Province: risorse finanziarie, misure di avvalimento del personale, convenzioniâ.
Al contempo da palazzo Jacobucci provvederanno a âtrasmettere analitiche certificazioni delle spese sostenute, con cadenza periodica, e relativamente alle funzioni non fondamentali che continuano a essere esercitate da questa Provincia, per il relativo rimborsoâ.
Sul tavolo ci sono diverse soluzioni che stentano a prendere quota. Si tratta delle convenzioni tra i due enti per lo svolgimento delle funzioni ittico venatorie della polizia provinciale e per il contrasto allâemergenza cinghiali. Per non parlare dellâaltro spinoso caso, delle autorizzazioni integrate ambientali rilasciate della Provincia, di fatto paralizzate e non solo per lâinchiesta giudiziaria condotta dalla procura e che ha portato al rinvio a giudizio di tecnici e dirigenti pubblici e privati.
Tutto ruota, sul mancato intervento della Regione Lazio, unica nel panorama nazionale a non aver ancora legiferato sulle funzioni delegate alle Province.
In un lungo documento, approvato allâunanimità dal consiglio provinciale, si dà atto che tra le funzioni fondamentali degli enti di area vasta, in base alla legge Delrio, ci sono esclusivamente la pianificazione territoriale provinciale di coordinamento, nonché la tutela e valorizzazione dellâambiente, per gli aspetti di competenza, nonché la pianificazione dei servizi di trasporto in ambito provinciale, autorizzazione e controllo in materia di trasporto privato, nonché la costruzione e gestione delle strade provinciali.
La Provincia ricorda che il Lazio si è limitato a disciplinare, con la legge regionale numero 17 del 2015, solo lâesercizio delle funzioni non fondamentali in materia di servizi sociali e sanità veterinaria.
In tali atti ânon sono contemplate le competenze delegate dalla Regione stessa alla città metropolitana di Roma capitale e alle Province in materia ambientaleâ. Ma non solo: per le deleghe in materia ambientale, si lamentano da piazza Gramsci: âla Regione non ha fornito alcuna espressa indicazione normativaâ. Stando così le cose, sia la città di Roma che le Province âstanno continuando ad esercitare le funzioni delegate in materia ambientale secondo la regolamentazione delle leggi regionali, garantendo la continuità amministrativaâ.
La Provincia ricorda che lâaccordo tra lo Stato e le Regioni, in sede di conferenza unificata, nel 2014, âprevedeva necessariamente una completa rivisitazione di tutte le funzioni non fondamentali esercitate dalle province e non soltanto di alcuneâ.
In base allâaccordo, âalle Regioni spetta di provvedere per tutte le altreâ funzioni âattualmente esercitate dalle Provinceâ e âdefinire lâelenco delle funzioni esercitate dalle rispettive Province, non riconducibili alle funzioni fondamentali... e ad operare il riordino... secondo le modalità concordateâ nellâaccordo.
Le Province, con proprie risorse, possono far fronte soltanto alle funzioni fondamentali individuate dalla legge Delrio, mentre per tutte quelle non fondamentali, esercitate in forza della delega regionale, le risorse vanno assicurate dalle Regioni. La Provincia ribadisce che le Regioni che non abbiano provveduto ad attuare lâaccordo Stato-Regioni sono tenute a versare a ciascuna Provincia le somme per âle spese sostenute dalle medesime per lâesercizio delle funzioni non fondamentaliâ.
Si insiste sul fatto che ânonostante il notevole impatto sul territorio che la gestioneâ delle funzioni ambientali ha, la Regione non ha approvato alcuna normativa e che âtale lacuna non viene colmata neanche con lâultima proposta di legge regionale in materia... ove, come in precedenza, le funzioni non vengono riassunte, né, tantomeno, riallocateâ.
Il consiglio provinciale, pertanto, dà atto che le Province âsi trovano costrette a gestire funzioni amministrative in materia ambientale, già delegate dalla Regione, in assenza di elementi di chiarezza sulle indispensabili risorse umane e finanziarieâ. Ma soprattutto che i pressanti appelli delle province non hanno prodotto alcun effetto, a parte una mera ricognizione, ânella quale continua a essere omesso lâelemento principale, costituito dalle risorse finanziarieâ. Si evidenzia dunque la necessità di normare la materia ambientale di derivazione regionale.