Otto milioni di ore in più rispetto allo scorso anno. Frosinone sale sul podio della cassa integrazione. È seconda in Italia dietro ad Avellino. A dimostrarlo sono i dati dei primi sei mesi del 2016. Nel semestre sono state otto le regioni interessate dall’aumento delle ore richieste di cassa integrazione. Ad assorbire il maggior quantitativo: Lombardia e Piemonte, rispettivamente con 64,4 milioni e 51,2 milioni di ore.

In termini percentuali, invece, è la Valle d’Aosta che registra il più forte aumento (+56,8%), seguita dal Lazio (+36,5%) dove spicca la Ciociaria. In provincia, infatti, si è passati dagli oltre 3 milioni del- lo scorso anno, agli 11 milioni 179mila 688 del 2016.
Leggera la flessione dell’ordinaria, con una diminuzione del 24%. Di contro la straordinaria ha fatto registrare un incremento del 906%. «Quando il calo delle ore di cassa integrazione è frutto di novità legislative che ne riducono tempi e modalità di utilizzo - spiega Gugliemo Loy, segretario generale della Uil - non crediamo si possa sostenere che sia diminuita la sofferenza del sistema produttivo.

La dimostrazione sono i dati del primo semestre 2016 che ci consegnano 345 milioni di ore di cassa integrazione, in modesta discesa rispetto allo stesso periodo del 2015 (-6,5%), ma con elementi preoccupanti: da una parte i dati sulla cassa straordinaria che avendo meno degli altri risentito dei cambiamenti legislativi interna di ammortizzatori sociali, è l’unica gestione ad aver registrato una crescita (+12,6%), dall’altra il numero medio mensile di lavoratori in cassa integrazione che continua a mantenersi a livelli altissimi trattandosi di oltre 338 mila unità di lavoro stimate a zero ore.

Le ripercussioni degli interventi legislativi di razionalizzazione degli ammortizzatori sociali, sono invece evidenti se si guarda ai dati della cassa integrazione ordinaria che registra una flessione del 31,1% e, in misura più forte, della deroga (-35,1%). Questi sono i primi effetti, non di una ripresa del sistema produttivo, bensì della riforma del sistema degli ammortizzatori sociali che ha introdotto nuove procedure per l’accesso all’ordinaria rallentandone in questi primi 6 mesi l’utilizzo da parte delle aziende, ma anche della prossima scomparsa della deroga (ridotta attualmente a 3 mesi)».

Per quanto riguarda la top ten nazionale, è Avellino a vedere la maggiore crescita di ore richieste di Cig rispetto allo stesso semestre del 2015 (+314%), seguita da Frosinone (+265,9%), Ferrara (+253,9%), Livorno (+199,3%) e Ragusa (+169,1%). «Se dovessimo usare la cassa integrazione come termometro della crisi - aggiunge Loy - potremmo sottolineare come il dato di giugno, il più recente, manifesti uno stato del mondo produttivo ancora preoccupante: solo -9,7% su maggio. Un calo in linea, sostanzialmente, con la bassissima crescita del Pil. Pur continuando a sostenere, per il particolare momento storico di forte crisi che stiamo vivendo, come non fosse questo il momento di cimentarsi in correttivi (molto) restrittivi rispetto a tali strumenti e, per giunta, in assenza di un sistema di politiche attive che possa permettere la ricollocazione di quanti fuoriescono dal mercato del lavoro, ciò che possiamo fare è proporre, così come stiamo facendo rispetto allo schema di decreto legislativo correttivo del Jobs Act in discussione al Parlamento, emendamenti che possa- no migliorare le tutele dei lavoratori sia in tema di ammortizzatori sociali che rispetto ad altri temi modificati dal Jobs Act. Con la speranza che il confronto in atto con il Governo porti a risultati concreti per i lavoratori».