Sono sempre più ciociari e sempre meno stranieri. Parlano un italiano fluente, anche se hanno la pelle scura o gli occhi a mandorla. Gli extracomunitari nati in Italia - spiega uno studio dell’Osservatorio nazionale per l'integrazione degli alunni stranieri, istituito dal ministro dell’Istruzione - sono 31.335, ovvero il 51,2% del totale e, per la prima volta, si assiste al sorpasso rispetto a quelli nati fuori dalla nazione. La percentuale più alta arriva fino all’80%, alle materne ed elementari, dove 8 bambini su 10 di genitori immigrati sono nati nel nostro Paese. Il segmento più interessante e nuovo è sicuramente quello degli adolescenti che sono venuti alla luce e che hanno frequentato l’asilo e hanno già socializzato. I dati del Miur offrono una fotografia particolarmente nitida del rapporto tra scuola e immigrazione. E sono la spia del Lazio multiculturale.

 Vivono in provincia

La percentuale maggiore degli alunni stranieri, contrariamente a quanto si possa pensare, è concentrata non a Roma ma a Viterbo dove sono il 10,1% del totale degli studenti; segue Rieti con il 9,3%, Latina con il 7,4% e Frosinone con il 5,3%. Il Lazio è la quinta regione per alunni con cittadinanza non italiana: 77.605 nell’anno scolastico 2014/2015, il 9,3% degli iscritti totali. Di questa presenza, la quota relativa alla provincia di Roma è del 78,8% mentre la restante parte studia nelle province. Nella capitale sono 61.172. a Latina 6.325, a Viterbo 4.282, a Frosinone 3.826 e a Rieti 2.000.

Lo studio evidenzia che non sono le grandi città quelle più multiculturali. Emerge, infatti, un’Italia delle piccole realtà, dove ci sono più possibilità di lavoro e la vita costa decisamente meno. Si tratta di un modello di immigrazione diffuso, figlio dell’Italia dei mille Comuni e dei tanti campanili.

La nazionalità

I più presenti nel frusinate sono i romeni, gli albanesi, i marocchini e i cinesi. A Roma, invece, il principale gruppo non compare neanche nella classifica nazionale: sono i filippini, con il 19,9%. Gli alunni stranieri di seconda generazione hanno per tre quarti tra i 3 e i 10 anni. E infatti, se in media sono il 51,2% degli studenti con cittadinanza straniera, salgono all’83,6% nella scuola dell’infanzia (più di 4 su 5) e al 64,4% nella primaria (più di 3 su 5).

Sempre più inseriti

La scuola italiana si sta adeguando alla sua nuova composizione e sono confortanti i dati sulla diminuzione di alunni stranieri che hanno risultati scolastici insufficienti: dal 40,7% del 2010/11 si arriva al 34,4% nel 2014/15, anche se il fenomeno rimane rilevante, poiché sono in ritardo quasi la metà dei 14enni, il 62,7% dei 15enni e i due terzi degli ultrasedicenni.

Promossi e bocciati

Quando si tratta di promossi e bocciati il divario tra italiani e stranieri resta elevato in tutti gli ordini di scuola, soprattutto nelle secondarie di secondo grado. Gli alunni ripetenti si trovano principalmente nei primi anni di corso. Il 24,5% degli studenti stranieri è iscritto a un liceo, il 36,9% a un istituto professionale e il 38,5% a un istituto tecnico. Così come gli altri ragazzi, gli stranieri che ritengono di dover trovare prima un’occupazione scelgono gli istituti tecnici e professionali invece dei licei. Analizzando l’ultimo rapporto del ministero dell’Istruzione salta fuori che gli italiani sono diminuiti in tutti gli ordini di scuola, tranne che nelle secondarie di secondo grado, dove c’è stato un incremento sia degli italiani (+0,6%) sia di stranieri (+2,8%).