Risultavano residenti nella provincia di Frosinone, ma in realtà vivevano tra Argentina e Stati Uniti e tornavano solo sporadicamente in Italia, magari per prelevare i soldi che indebitamente percepivano dall’Inps come assegno sociale. I 448 euro mensili sono un sussidio che un tempo si chiamava pensione sociale e viene riconosciuto a chi ha superato i 65 anni e tre mesi di età con un reddito molto basso e tale da non consentirgli la sopravvivenza.

L’altro requisito è la residenza effettiva, stabile e continuativa per almeno 10 anni nel territorio nazionale. È quest’ultima condizione che mancava ai 517 italiani che avevano deciso di trascorrere la vecchiaia all’estero, percependo l’assegno sociale dall’Italia. Su questo aspetto, da tempo, il nucleo tutela Patrimonio della guardia di Finanza stava lavorando e ieri sono stati divulgati i risultati di una indagine denominata “Italians Out” condotta a livello nazionale in collaborazione con l’Istituto di Previdenza Sociale. L’Inps, infatti, è la vera parte lesa della vicenda dato che le sue casse sono state alleggerite di sedici milioni e mezzo di euro come danno per gli esborsi non dovuti.

Chissà quanti degli indagati avranno detto “vado via dall’Italia perché qui le cose non funzionano” dimenticando, però, di rinunciare a quel sussidio che non gli spettava più. Un fenomeno ben marcato in Ciociaria che in termini di numeri sovrasta le province di Latina, Rieti e Viterbo ed è seconda solo a quella di Roma ma se la classifica fosse stilata in proporzione di abitanti, non ci sarebbero dubbi sul primato ciociaro.

Dei 517 furbetti scovati a livello nazionale, infatti, ben 12, secondo gli investigatori, sono in maniera fittizia residenti nella provincia di Frosinone: tre a Veroli, due a Fumone, uno ciascuno a Torrice, Alatri, Cassino, Villa Santo Stefano, Picinisco, Sora, Belmonte Castello e Fontana Liri. Loro hanno percepito indebitamente dall’Inps complessivamente circa 408 mila euro. Mediamente, ognuno di loro percepiva l’assegno da circa cinque anni.

In provincia di Roma, invece, dove la popolazione è nove volte quella ciociara, sono stati denunciati poco meno del triplo delle persone, 34 per esborsi Inps non dovuti pari a circa un milione di euro. Limitato il fenomeno nella altre province. Uno solo a Latina, che ha percepito 62.000 euro, uno anche in provincia di Viterbo che ha percepito 27.000 euro ed uno a Rieti, ma che avrebbe percepito solo poche centinaia di euro e per questo è stato solamente sanzionato.

La geografia della truffa all’Inps nel Lazio è così quindi disegnata. Ma in Italia le regioni con il maggior numero di stranieri, rimasti “italiani” solo per l’Inps, sono la Sicilia, la Campania e la Calabria. Loro precedono il Lazio. Siciliani sono i 123 denunciati che hanno percepito indebitamente dall’Inps oltre 3, 7 milioni di euro; ben 98 i campani costati oltre 3,4 milioni e 75 calabresi che hanno percepito quasi 2,4 milioni di euro.

Dopo il Lazio c’è la Puglia con 29 indagati costati Meno di un milione di Euro, l’Abruzzo con 32 persone denunciate per complessivi 830mila euro percepiti e l’Umbria con 9 indagati che hanno percepito mezzo milione di euro. In misura minore contribuisco anche le altre regioni. Difficile dire se si riuscirà a recuperare quei 16 milioni di euro o parte di quella cifra, quel che è certo è che l’Inps risparmierà, dopo questa indagine, circa tre milioni di euro l’anno.