Dieci mesi per una mammografia. Un tempo molto lungo, troppo lungo. A sollevare il problema è il consigliere comunale e provinciale Danilo Magliocchetti. «Mi chiedo, se e quando, si potrà mai fare una efficace politica di prevenzione oncologica in provincia di Frosinone, se per fare una mammografia bilaterale bisogna, ancora, attendere quasi dieci mesi» ha esordito il consigliere Danilo Magliocchetti.

«Il Presidente Zingaretti - ha continuato Magliocchetti - ha opportunamente attivato, da qualche tempo, una campagna di sensibilizzazione sui territori per gli screening mammografici, ma che evidentemente a Frosinone, non riesce proprio a trovare corretta applicazione. I dati di aprile, sui tempi di attesa per le richieste di prenotazione del cittadino per le visite ambulatoriali e le prestazioni diagnostiche, che vengono erogate dal Servizio Sanitario Regionale, sono, infatti , a dir poco disarmanti.

Dall’analisi dei dati delle mammografie, emerge una situazione veramente paradossale, per quanto attiene l’Azienda sanitaria Locale di Frosinone. Ad aprile, nel Lazio sono state erogate 2383 mammografie bilaterali.Un dato certamente significativo ed apprezzabile. I tempi di attesa più lunghi in assoluto però, si registrano anche questa volta a Frosinone, con 285 giorni, prima di poter fare l’esame. Il risultato peggiore di tutto il Lazio. Già questo la dice lunga sulla tempestività della diagnosi preventiva.

Ai fini di un confronto sull'efficienza e sull'efficacia del servizio è opportuno rilavare, che la ASL migliore nel Lazio, per tempestività, ad aprile è stata quella di Rieti, con appena 37 giorni di attesa. Ma vi è di più. A Frosinone sono state effettuate 93 mammografie, a Rieti 88. Di fatto con appena 5 prestazioni diagnostiche in più, alla ASL di Frosinone bisogna attendere 8 volte tanto, quindi 248 giorni in più, rispetto a Rieti».

«Una situazione veramente paradossale - ha proseguito il consigliere Magliocchetti - che non trova alcuna giustificazione di una tale abissale differenza sui tempi, tra le due Asl. Hanno fatto entrambe praticamente lo stesso numero di esami nel mese di aprile. Ricordo che la mammografia è un esame radiografico indispensabile per visualizzare precocemente la presenza di noduli non ancora palpabili che possono essere dovuti alla presenza di un tumore. Nel Lazio, ogni anno, circa 3000 donne ricevono diagnosi di tumore della mammella. Tra la cause di morte di origine oncologica, questa patologia si attesta ancora al primo posto nelle donne di tutte le fasce di età.

Credo quindi che, perdurando questa situazione di assoluta inadeguatezza di prestazioni diagnostiche in provincia di Frosinone, la Regione Lazio, anche al fine di non vanificare i risultati della importante campagna di prevenzione oncologica, abbia il dovere, oltre che il ruolo, per monitorare le attività dei programmi di screening attuati dalla locale Asl, attraverso verifiche periodiche ed eventualmente anche attraverso interventi correttivi».

«Tipo - conclude il consigliere comunale e provinciale Danilo Magliocchetti - lavorare anche di notte e nei giorni festivi per tentare di eliminare, o quantomeno ridurre, il gap sui tempi di attesa, oggettivamente esistente con le strutture di Roma». Intanto si aspetta qualche piccolo segnale per l’efficientamento dei servizi sanitari in provincia.