Una delibera per trasformare il diritto di superficie in diritto di proprietà, cancellando i vincoli relativi al limite massimo per la determinazione del prezzo di vendita. In questo modo i proprietari di un appartamento costruito in zona Peep (acronimo che sta per Piano di edilizia economica e popolare) potranno riscattare l’area sulla quale sorge l’abitazione, vendendo poi l’immobile al prezzo di mercato.

Il sindaco Nicola Ottaviani dice: «Ci stiamo lavorando, contiamo di portarla all’attenzione del consiglio comunale prima della fine dell’estate». Il problema è stato sollevato dalla Fiaip e della Fimaa-Confcommercio, le associazioni di categoria degli agenti immobiliari, che nelle scorse settimane misero in evidenza la situazione di cinquemila famiglie residenti nel Comune di Frosinone.

Il nodo è rappresentato da una sentenza della Corte di Cassazione, che stabilisce che la casa acquistata in zona Peep deve essere venduta al prezzo prestabilito dalle convenzioni comunali. E non ai prezzi di mercato.

Il sindaco Nicola Ottaviani dice: «È nostra intenzione risolvere il problema e per questo ci stiamo già confrontando con le categorie dei notai e degli agenti immobiliari. Nelle prossime settimane estenderemo il dialogo anche con alcuni ordini professionali. L’oggetto della delibera sarà quello di trasformare il diritto di superficie in proprietà, in modo tale che i proprietari di questi appartamenti possano disporne pienamente. Sia per la vendita che la trasmissione ai figli e tutto il resto». I titolari dovrebbero versare una cifra modica per riscattare la piena proprietà. Nelle casse del Comune potrebbero entrare fino a 20 milioni di euro.

Argomenta Ottaviani: «Francamente non so se le cifre sono queste, ma in ogni caso è un’operazione che va fatta per rispondere alle giuste sollecitazioni delle associazioni di categoria degli agenti immobiliari». Poi il Sindaco aggiunge: «L’altra sera in consiglio comunale ho fatto presente anche un’altra cosa e cioè che la perdita di residenti di Frosinone è stata determinata anche dal fatto che nelle zone destinate all’edilizia economica e popolare i prezzi di vendita erano di 1.800-1.900 euro al metro quadrato quando invece dovevano essere di 1.200-1.300 euro al metro quadrato. È successo che molti, allo stesso prezzo, hanno preferito andare ad acquistare abitazioni (perfino villette) in paesi limitrofi.

Da un lato Frosinone ha perso residenti (e quindi anche contribuenti), dall’altro chi non è riuscito a vendere il proprio appartamento si ritrova oggi con un immobile che ha perso valore. Ecco perché quando sento critiche alla nostra Amministrazione sull’urbanistica, mi chiedo: ma chi doveva vigilare che si vendesse ai prezzi previsti dalle convenzioni? Noi stiamo portando avanti una politica urbanistica che veda al centro l’interesse del pubblico, rispettando naturalmente il diritto al profitto del privato che investe. Abbiamo detto a tutti che prima si fanno le opere per la collettività (piazze e altro) e poi si può cominciare a costruire montando le gru. Devo dire che i risultati stanno arrivando».