Un tasso di disoccupazione che sfiora il 15,5%, superiore del 3,1% rispetto a quello nazionale che è del 12,4%; maggiore difficoltà a raggiungere i posti dirigenziali; una retribuzione nettamente inferiore ai colleghi uomini. È la fotografia del pianeta donna nel panorama lavorativo del Frusinate. Non va meglio sul fronte retribuzioni, a parità di ruolo e mansioni, percepiscono uno stipendio nettamente inferiore rispetto ai colleghi dell’altro sesso. Secondo uno studio dell’osservatorio JobPrincing infatti la maggior parte continua a essere inquadrata come impiegata (58%), guadagnando il 12,4% in meno degli uomini e anche tra i laureati il divario di stipendio è notevole: +33% a favore degli uomini.

«Probabilmente perché le donne laureate sono mediamente più giovani dei colleghi uomini - commenta il segretario generale della Uil di Roma e del Lazio, Alberto Civica - in ogni caso si tratta di un gap fortemente sproporzionato, frutto anche di una cultura che, nonostante i grandi passi avanti, rimane fortemente maschilista. Sono una conferma non solo i dati e le maggiori difficoltà, ma anche la mancanza ancora oggi ad esempio di un ministro alle Pari Opportunità, la scarsa tutela di donne e bambini. Campo nel quale, nonostante proclami e celebrazioni d’occasione, siamo tra i Paesi più arretrati a livello europeo, come la stessa Unione Europea non manca di ricordarci frequentemente. Forse anche per questo assumono ancora maggior rilievo le iniziative imprenditoriali che le donne stanno portando avanti soprattutto negli ultimi anni. Riuscendo, con la determinazione che le caratterizza e con l'ausilio degli incentivi istituzionali recenti, a costruire anche tra le avversità».

Ne sono un esempio le aziende “rosa” della nostra regione, che sebbene rappresentino soltanto un quinto del totale, evidenziano una forte dinamicità ascrivibile soprattutto al territorio capitolino, la cui presenza nel campo dell’imprenditoria femminile supera le 95 mila unità. Tuttavia, in rapporto all’incidenza delle imprenditrici nel tessuto produttivo locale, Roma si posiziona all’ultimo posto tra le province della nostra regione e il Lazio al quintultimo nella classifica nazionale. Tornando alla provincia di Frosinone, emerge che quasi un’impresa agricola su due è a conduzione femminile (49,7%). Seguono in ordine di incidenza le imprese del commercio e degli altri servizi (24,2% il tasso di femminilizzazione per entrambi). Ma è la provincia di Rieti, con 2.183 imprese femminili in totale, a conquistare la maglia rosa (31,7% e 35,2% i rispettivi tassi).

Frosinone, Latina e Viterbo sono, invece, le province dove il tasso di disoccupazione femminile ha raggiunto picchi del 15%, rappresentando una forte criticità nel panorama economico laziale. Tutto ciò produce un effetto diretto anche sull’età pensionabile e sul valore delle pensioni che le donne percepiranno: in media nel Lazio sono inferiori del 40% rispetto a quelle degli uomini.