In 8 anni, e più precisamente tra il 2007 e il 2014, l'organico dei Comuni italiani si è ridotto di circa 62mila unità, pari a circa il 13%, pagando così un prezzo altissmo al blocco del turnover. È questo uno dei dati più importanti contenuti nel rapporto Anci-Ifel sul “Personale dei Comuni italiani 2016”, presentato ii una conferenza stampa da Umberto di Primio, sindaco di Chieti e vicepresidente Anci con delega alla Pubblica amministrazione, al personale e alle relazioni sindacali, e da Guido Castelli, sindaco di Ascoli Piceno e delegato Anci alla Finanza locale.

«Negli ultimi cinque anni la spesa corrente dei Comuni italiani è passata dal 22% al 7%, sul totale delle uscite di parte corrente dell'intera pubblica amministrazione pari a 49 miliardi, a causa del calo del personale non compensato dagli ingressi dovuti al blocco del turn over. Passata la legislazione di guerra, che ha inciso notevolmente sui saldi di finanza pubblica, ora è necessario dare stabilità ai meccanismi d riforma della contabilità introdotta dalla legge 243, con alcune modifiche che garantiscano effettiva autonomia finanziaria ed impositiva della finanza locale».

Lo ha sostenuto Guido Castelli, presidente di Ifel e delegato alla Finanza locale dell'Anci, partecipando alla presentazione del V Rapporto Anci-Ifel sul personale dei Comuni italiani. Castelli ha ribadito come i «Comuni tra l'altro hanno largamente contribuito al miglioramento dei saldi di finanza pubblica, anche con 2,5 miliardi di risparmi occulti sterilizzati».

Nello specifico il sindaco di Ascoli ha auspicato «la reductio ad unum dei saldi di contabilità da considerare per il fondo pluriennale vincolato che l'Anci speri diventi uno strumento fisso e stabile nel tempo». Intanto però i Comuni continuano a soffrire per l’asottigliamento delle risorse a disposizione e dei continui tagli da parte dello Stato centrale.