Ancora barelle al pronto soccorso. A protestare, oltre ai diretti interessati, sono familiari e conoscenti che assistono i propri cari. Una situazione che si ripete ciclicamente allâospedale Spaziani di Frosinone, figlia anche della chiusura delle altre strutture ciociare.
I pazienti, in attesa di trovare posto nei reparti, vengono posizionati lungo i corridoi del pronto soccorso. Ed è lì ieri che un frusinate ha trovato una sua conoscente. Lâuomo, saputo che la donna era stata ricoverata in ospedale, si è recato a trovarla e, con suo sommo stupore, ha scoperto che si trovava ancora al pronto soccorso.
Da qui la protesta per una situazione che non sembra trovare soluzione, nonostante gli sforzi e lâabnegazione del personale in servizio al pronto soccorso. Solo il mese scorso il problema era stato sollevato dalla Uil Fpl.
«Diversi pazienti - denunciava il sindacato - sono stati appoggiati in sovrannumero nei corridoi dei vari reparti (medicina, ortopedia e urologia) oppure continuano a trovarsi nei corridoi dei reparti, letteralmente accampati. Non viene assicurato né il decoro, né la privacy a chi si trova in stati di salute di assoluta assistenza e questo conferma la presenza di gravi disfunzioni che finiscono per coinvolgere proprio la salute dei pazienti che non trovano nessuna idonea assistenza sanitaria».
Il sindacato aveva anche rimarcato come «il personale medico, infermieristico ed ausiliario lavora in una situazione di estremo disagio in relazione alla continua esposizione a situazioni di superlavoro che ormai non stanno rappresentando più lâeccezionalità , ma, purtroppo, una triste quotidianità che espone il personale a seri rischi di incolumità psicofisica». La Uil Fpl contestava anche «la mancata programmazione e razionalizzazione delle risorse economiche ed umane».
E «lâincapacità cronica nel risolvere i problemi come, ad esempio, i tempi di attesa biblici del pronto soccorso con pazienti sulle barelle o nei cameroni adiacenti ed ora addirittura accampati nei corridoi dei reparti, attendendo per giorni un posto letto».