La caccia al tesoro è ancora in corso. Gli investigatori non mollano la presa sui patrimoni accumulati dall’associazione che vendeva patenti alla Motorizzazione civile di Frosinone.

Il patrimonio

Seppure i sequestri già effettuati hanno un ingente valore, si ipotizza che, quello accantonato sotto i sigilli dell’autorità giudiziaria sia solamente una parte di quanto illecitamente accumulato. Mentre accompagnano gli indagati arrestati in tribunale a Frosinone, gli uomini della Squadra Mobile diretti dal vice questore Carlo Bianchi continuano a setacciare tra conti correnti e proprietà intestate a teste di legno.

Ma non solo, al di là delle 90 patenti sequestrate, quindi dei novanta indagati per corruzione, ci sarebbero altri cartellini con nomi e foto diversi dagli indagati, quasi tutti stranieri, trovati nel corso delle perquisizioni. Chi sono? Neo Patentati o aspiranti patentati? Le indagini lo accerteranno e accerteranno anche se corrispondono al vero le cifre indicate nei preventivi fatti loro per “comprare” la patente. Su alcuni di quei preventivi le cifre sarebbero ben superiori ai 4mila finora accertati dagli investigatori il che darebbe ancor più concretezza all'ipotesi che il giro di affari sia superiore a quello attualmente fissato intorno ai tre milioni di euro.

Un giro di affari grazie al quale si manteneva tutti soddisfatti. Lo era certamente Ferraro, ma anche il direttore Scaccia che, secondo gli investigatori, intascava circa 2mila euro a sessione di esame solamente da Ferraro, ma c'erano poi i contributi degli altri titolari di autoscuole; lo erano gli esaminatori che, per non vedere, intascavano tra i mille e i 1500 ad esame. Un vorticoso giro di soldi per milioni di euro di difficile definizione.

Non vorrà dire nulla o vorrà dire tutto ma a marzo dello scorso anno, quindi a circa un anno dallo scoppio della bomba giudiziaria e in piena attività investigativa, Donato Ferraro, nel corso di una intervista durante una manifestazione promozionale delle sue autoscuole, affermò che dal 1998, quando aveva aperto la prima autoscuola a Cassino, aveva patentato ben 11mila persone. Quante di queste patenti sono irregolari, spetterà agli investigatori stabilirlo.

Il mare

Ma come un pozzo senza fondo, c'é di più. Dalle intercettazioni parrebbe che il gruppo fosse lungimirante e intenzionato ad estendere i propri interessi all'ancor più fruttuoso mercato delle patenti nautiche. Un "ramo di azienda" la cui nascita o sviluppo che fosse, però, era resa difficile dal diverso sistema di assegnazione del titolo.

Una attività che se fosse andata in porto, avrebbe trasformato l'associazione in una holding del mercato della patente.
Restano poi domande che vanno al di là delle indagini giudiziarie e sui sistemi dei controlli del Ministero dei Trasporti. Possibile che nessuno nelle sedi centrali abbia mai avuto dubbi su quanto accadesse a Frosinone? Possibile che si lasciasse così tanta autonomia a poche persone su un sistema che autorizzava la gente a mettersi alla guida di auto e camion? Eppure i segnali di una situazione anomala c'erano. Il 30 per cento dei neo patentati a Frosinone erano stranieri.

Una percentuale altissima e spropositata se confrontata a quella di qualsiasi altra provincia d'Italia. C'era poi la disparità nei risultati delle sessioni di esame. In alcune sessioni, quelle normali, senza controllo, si promuoveva un terzo dei candidati; in quelle controllate, invece, le promozioni erano collettive. Italiani bocciati, spesso anche neolaureati, e cinesi promossi. Eppure nessuno si è insospettito.