Dopo i redditi dei comuni, arriva la classifica del reddito provinciale. In base alle ultime dichiarazioni fiscali presentate nel 2015 (e riferite ai redditi accumulati nel 2014) la provincia di Frosinone si posiziona al 44esimo posto in Italia. Lo dice uno studio del Sole 24 Ore, pubblicato sull’edizione di ieri del quotidiano economico, che incorona la provincia di Mantova e boccia Vibo Valentia.

La graduatoria, di 110 province, è stata compilata tenendo conto della variazione del reddito dichiarato nel 2011 (e dunque riferito al 2010) e dell’inflazione del periodo. Per prima cosa si evince che in questi quattro anni i redditi degli italiani sono cresciuti.
Ma sono cresciuti meno dell’inflazione visto che il guadagno è stato di appena il 4,3% a fronte di una variazione dei prezzi che segna un 7,2%. E dunque, rispetto al 2010, i redditi degli italiani sono meno pesanti del 2,7%. In questo lasso di tempo solo in due province i redditi, al netto dell’inflazione, sono aumentati. Si tratta oltre che di Mantova (1,3%), di Bergamo (0,2%).

Da lì in poi la disponibilità di denaro (o almeno di quello dichiarato) dagli italiani è diminuita rispetto a quattro anni prima. Chi perde meno, lo 0,8%, sono Chieti e Fermo, rispettivamente la terza e la quarta in Italia. Nel Lazio la migliore è Latina che sale fino alla posizione numero 31, perdendo il 2,2%, con un reddito medio dichiarato per il 2014 di 21.723 euro. Il Frusinate si pone poco oltre la metà della lista, al 44esimo posto con una perdita di reddito attesta, nel quadriennio, al 2,5% e un reddito dichiarato di 21.116 (il valore più basso di tutto il Lazio).

Il dato fa il paio con un altro e cioè con il fatto che il 51% dei contribuenti ciociari dichiara non più di 15.000 euro. Per il solo capoluogo tuttavia tale cifra si attesta al 43%. Tornando al Lazio Viterbo, che perde il 2,9%, con un reddito medio di 21.908 euro, arriva al 63esimo posto, mentre Rieti è 72esima con un meno 3,2%e 22.249, Roma è 74esima con 28.931 euro e un meno 3,2%.
Tra le province dove la contrazione di reddito è stata maggiore, oltre a Vibo Valentia, ci sono Siena, a sorpresa penultima, Crotone, Imperia e Isernia. La provincia del Sud che perde meno reddito è Brindisi, undicesima con -1,4%. Quella con il reddito medio più alto è Roma con 28.931 euro.

Ma nell’ultimo anno la perdita è pari a zero

Un anno passato senza scossoni. A distanza di dodici mesi le dichiarazioni dei redditi dei frusinati non subiscono variazioni. Leggendo i dati forniti dal ministero delle Finanze, relativi alle dichiarazioni dei redditi presentate lo scorso anno dai frusinati (per l’anno di imposta 2014) si evince che il reddito medio imponibile è di 19.809 euro contro i1 9.833 euro di un anno prima.

In termini percentuali la contrazione è di appena lo 0,12%. Guadagnano di più (sia in valori assoluti che come media) i pensionati e gli imprenditori, mentre diminuiscono i redditi derivanti da lavoro dipendente e da quello autonomo. I primi, stabili (lo scostamento è di appena un’unità in negativo), dichiarano un totale di 204 milioni di euro contro i 199 di un anno prima: la media sale da 18.376 a 18.821.

Gli imprenditori in contabilità ordinaria (quelli che hanno un volume d’affari maggiore) passano da una media di 33.031 euro a 47.024 con una crescita da 4,5 a 5,8 milioni di euro, nonostante una leggera contrazione dei contribuenti(da 138 a 124). Decisamente più numerosi gli imprenditori in contabilità semplificata, anch’essi comunque senza particolari variazioni (erano 1.220 e sono diventati 1.224). L’ammontare totale passa da 17,1 a 17,8 milioni di euro dichiarati, per una media che da 14.047 sale a 14.598 euro. Al contrario i lavoratori autonomi se la passano peggio. Pur crescendo di numero le dichiarazioni, da 1.107 a 1.119, i redditi diminuiscono da 36,7 milioni a 34,6 con le medie che scendono da 33.217 a 30.933 euro.

In calo anche il numero delle dichiarazioni dei lavoratori dipendenti, da 14.631 a 14.579 così come le medie, da 20.443 a 19.949. Stesso trend per l’ammontare totale dichiarato che retrocede da 299 milioni a 290. Passo indietro anche per il reddito imponibile totale da 594,3 milioni di euro a 588,1 con una riduzione in termini percentuali di un punto.