Negli ultimi quattro anni le sofferenze nel sistema bancario in provincia di Frosinone sono aumentate del 23,6%. L’Ufficio studi della Cgia di Mestre ha letteralmente mappato i livelli raggiunti nelle sofferenze, sia su base regionale che provinciale. Analizzando e sviluppando i dati della Banca d’Italia. La provincia di Frosinone si colloca al ventisettesimo posto della classifica. Su centodieci. I grandi numeri sono i seguenti: a novembre 2015 le sofferenze erano pari a 1.197 milioni di euro. Sempre nello stesso periodo gli impieghi ammontavano a 6.875 milioni di euro. Il che ha comportato un’incidenza percentuale delle sofferenze sugli impieghi pari al 17,4. E, dal 2011 al 2015, le sofferenze in provincia di Frosinone sono cresciute del 23,6%. A livello provinciale il record delle sofferenze è di Isernia: 28,5% la quota raggiunta sul totale degli impieghi. Poi ci sono Olbia-Tempio (23,2%) e Matera (23,1%). Rileva la Cgia di Mestre: «In fondo alla classifica, al di sotto della soglia del 7%, si contano solamente cinque province: Aosta (6,9%), Sondrio (6%), Roma (5,6%), Bolzano (5,3%) e Trieste (4,7%), che risulta la realtà con la quota di sofferenze più bassa d’Italia». Il dato sul quale è parametrata la classifica è quello relativo all’incidenza percentuale delle sofferenze sugli impieghi. Frosinone ha cifra più alta nel Lazio (17,4). E precede Latina (16,9), Rieti (14), Viterbo (13,7) e Roma (5,6). In termini assoluti, su un totale di 201 miliardi di euro di sofferenze (159 dei quali in capo alle imprese), le regioni che hanno il più alto numero di sofferenze sono la Lombardia (41,4 miliardi), il Lazio (24,2) e il Veneto (20). Ma è nel Nord-Est che si registra la maggiore crescita delle sofferenze. Dal 2011 al 2015 l’aumento è stato del + 102,2%. Più che raddoppiate. Anche se va detto che l’area mantiene comunque un livello di incidenza sugli impieghi (11,8%) di poco superiore al dato medio nazionale (11%). Ancora una volta l’Italia è spaccata in due. La quota maggiore delle sofferenze bancarie è concentrata al sud, dove infatti ha toccato il 16,1% del totale degli impieghi. Con il Molise (20,7%) e la Basilicata (19,9%) ai vertici. E ancora una volta a livello economico e di qualità della vita le percentuali della provincia di Frosinone sono in linea con quelle del Mezzogiorno. Un aspetto che non può essere sottovalutato e che dimostra una volta di più come la Ciociaria continui ad arrancare e a scivolare. Senza però una presa di coscienza collettiva e ultimativa.