Violenza sessuale di gruppo, oggi il blitz del Ris alla ricerca di tracce biologiche. È previsto per questa mattina, nella villetta confiscata, alla periferia di Ferentino, il sopralluogo dei carabinieri del reparto investigazioni scientifiche. L’incarico è stato affidato dal procuratore Giuseppe De Falco e dal sostituto Maria Pia Ticino che indagano sull’aggressione a sfondo sessuale subita da una ventenne di Castro dei Volsci, che prima di Natale, ha portato all’arresto di sette persone (sei subito, mentre la settima si è costituita qualche giorno dopo).

I sette sono accusati di aver portato la giovane in un casolare, di averla bloccata prima su una sedia e quindi a terra sul fieno e di averla costretta subire un rapporto completo nonché una serie di atti sessuali. Ora l’accertamento dei Ris è finalizzato alla ricerca di tracce biologiche riconducibili agli accusati.

L’obiettivo dell’esame è stabilire chi abbia preso parte a quella brutale aggressione e con quali ruoli. Ragion per cui, oltre alla dettagliata descrizione della ragazza in sede di denuncia, la procura intende acquisire ulteriori fonti di prova a sostegno della tesi accusatoria. Anche con riferimento alle argomentazioni, fornite da alcuni degli arrestati, durante l’interrogatorio di garanzia. C’è, infatti, chi ha negato categoricamente di esser stato presente durante il fatto chi, all’opposto, ha ritenuto che la ragazza fosse consenziente. I carabinieri della compagnia di Anagni il 19 dicembre hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dei frusinati Ferdinando Di Silvio, 36 anni, Antonio De Silvio, 32, Elvis De Silvia, 27, Angelo De Silva, 27, Adriano Di Silvio, 23, e Alessandro Spada, 28, difesi dagli avvocati Raffaele Maietta, Tony Ceccarelli, Emanuele Carbone, Pasquale Cardillo Cupo e Ascanio Cascella. La ragazza, invece, si è rivolta all’avvocato mario Cellitti per la cura dei propri interessi.

Il gip Pierandrea Valchera, che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare, ha accusato il gruppetto di aver attratto, con l’inganno la ventenne e di averla condotta a Ferentino, in un casolare, confiscato a una famiglia rom. Il fatto, stando alla denuncia, è accaduto lo scorso settembre. I sette l’avrebbero immobilizzata su una sedia per violentarla.

La donna sarebbe stata gettata poi a terra su un giaciglio di paglia dove a turno il branco avrebbe compiuto una serie di atti sessuali sulla malcapitata. Quest’ultima, solo alla fine, è riuscita a trovare la forza di respingere a calci l’ultimo assalitore che cercava di approfittare di lei, mandando così in fuga tutti.

Ormai sola, la ventenne, a piedi, per strade che non conosceva, si incamminò disperata alla ricerca di aiuto. Riuscì a imbattersi in una ragazza che la soccorse. Fu proprio questa a indicare ai carabinieri, nel frattempo allertati dalla stessa ragazza che non aveva saputo indicare il luogo nel quale si trovava, come raggiungere il luogo della violenza. La giovane aveva conosciuto su internet uno degli uomini finiti poi in manette. E con loro si era per un po’ frequentata. Quindi il nuovo appuntamento e l’amara sorpresa quando, portata in quel casolare, si era vista di fronte gli altri aggressori.

Nel mettere nero su bianco le accuse il gip ha sottolineato che hanno posto in essere una pluralità di azioni finalizzate alla sopraffazione ed all’umiliazione della vittima, indotta in stato di completa soggezione, così costretta con violenza a subire atti sessuali».