Una villetta di Ferentino era utilizzata come piazza dello spaccio. È l’accusa che la procura di Frosinone muove nei confronti di dieci persone per le quali la procura ha chiuso le indagini preliminari e ha chiesto il rinvio a giudizio.

L’inchiesta riguarda fatti che si sarebbero svolti tra l’ottobre del 2014 e marzo del 2015. All’epoca in sette erano stati arrestati. Si tratta di Maurizio Campioni, 35 anni, di Ferentino, Danilo Puperi, 39, di Ferentino, Gianfranco Magliocco, 38, di Frosinone, Pierluigi Caponera, 45, di Fumone, Davide Giordani, 43, di Ferentino, Mario Isabelli, 40, di Ferentino, e l’albanese, residente a Frosinone, Endri Mato, di 29 anni. La procura ha chiesto il giudizio anche per altre tre persone: Anna Maria Celardi, 56 anni, di Ferentino, Francesco Celardi, 59, di Ferentino, e Simona Patrizi, 39, di Ferentino. Sono tutti difesi dagli avvocati Raffaele e Marco Maietta, Giampiero Vellucci, Nicola Ottaviani, Riccardo Masecchia, Pierluigi Taglienti, Carlo Mariniello, Carlo Mastromoro, Oreste Palmieri, Marco Zaccaria e Marina Condoleo.

Stando alle accuse, raccolte nell’inchiesta condotta dal Nucleo investigativo dei carabinieri di Frosinone, sarebbe stata messa in piedi un’attività di spaccio, in una zona isolata di Ferentino. I carabinieri hanno stimato affari da 300.000 euro, con un picco di 20.000 euro sotto Natale.

Le indagini sono state condotte attraverso appostamenti, pedinamenti, intercettazioni ambientali e telefoniche. Dopo aver messo insieme le accuse, forti anche di arresti e sequestri di stupefacente compiuti in corso d’opera, i carabinieri hanno consegnato un dossier al pubblico ministero Monica Montemerani. Il sostituto procuratore ha così chiesto al gip Pierandrea Valchera l’emissione di sette ordinanze di custodia.

L’immobile, utilizzato per la preparazione delle dosi, compresa cocaina cotta e cruda oltre che per la vendita, era conosciuto, anche trai giovanissimi, con il passaparola. Ragion per cui in quel luogo, peraltro presidiato anche da quattro rottweiler, poteva andare chiunque, a qualsiasi ora del giorno, anche senza conoscere i venditori. Bastava secondo la procura lampeggiare all’ingresso e dire la parola d’ordine: un “quarantino”. Al che, con 40 euro, si otteneva una dose da quattro milligrammi di cocaina che veniva presentata all’interno degli ovetti Kinder. All’esterno c’erano i carabinieri ad osservare che hanno firmato diversi acquirenti. E questi hanno confermato il quadro indiziario.

Agli imputati è contestata una serie di cessione di vari quantitativi di stupefacenti, crack, hashish e cocaina. L’udienza preliminare è stata fissata a marzo.