La città di Ferentino, il mondo dell'arte e tutti gli amici, familiari, colleghi e studenti, si sono svegliati con una triste notizia. È' morto il maestro Vincenzo Ludovici, 59 anni. Da qualche tempo stava combattendo contro un brutto male, questa mattina nella sua abitazione a Ferentino, il suo cuore ha cessato di battere. Tanti i post su Facebook di amici e cittadini che lo ricordano con grande stima e affetto. Un artista che fino all'ultimo ha dato anima e cuore per la sua grande passione, l'arte. Ludovici insegnava mosaico e decorazione all'Accademia di belle arti di Frosinone. "La mia esperienza artistica inizia a Ferentino, negli anni '70, anni ricchi di fermenti artistici, sociali e politici: l'"humus" per la mia formazione intellettuale e culturale. Ho frequentato la viva realtà romana dove operavano personaggi come Schifano, Toti Scioloja, Tano Festa, pittori legati a correnti artistiche come l'informale e il concettuale - si legge in una sua scheda di presentazione sul sito dell'Accademia di Roma - Per me fu naturale incominciare ad esprimermi con queste coordinate. In quegli anni sentivamo di essere portatori di qualcosa di nuovo, di "rivoluzionario" che sollecitava gli animi di tanti artisti a riformulare i linguaggi della nostra società in mutamento. L'arte "esplodeva" quotidianamente sotto forma di "gesto istintuale" che non voleva raccontare o dare solo messaggi, ma diventava piacere di fare arte, piacere di scoprire nuove forme a volte semplicemente nascoste o rimosse. Ho abbandonato l'arte figurativa perché non riuscivo a rappresentare tutto ciò che il mio animo voleva esprimere e quindi mi sono concentrato sulla ricerca del colore come espressione dell'io. Quello che era istinto primario nel tempo si è trasformato in una ricerca filosofica ed analitica che si concentra nel segno pittorico. Il reale si è tradotto in una visione personale, sospesa tra apparizione e memoria, tra l'istante e il correre della vita: una visione dialettica del mondo. Nel contempo hanno avuto importanza i materiali da me usati, soprattutto nella scultura (bronzo, plexiglas, legno, marmo, resina…). La formulazione dell'opera d'arte tiene conto di tutte queste matrici amalgamate dal mio continuo istinto ribelle, che ancora oggi mi porta ad una continua ricerca. Penso di aver trovato una mia linea pittorica, un filo narrante che, chi ormai mi conosce, individua subito". Le sue opere sono presenti in varie città italiane ed europee.