Tecnicamente si definisce così: composizione dell'unità speciale continuità assistenziale regionale (Uscar).
E alla Asl di Frosinone hanno già adottato le prime delibere riguardanti le Unità Covid che coinvolgono anche i medici di famiglia. Presso ogni Distretto ci sarà un coordinamento Covid-19.

Insomma, si va sempre più nella direzione di penetrare tempestivamente nel territorio. Come dimostra anche la lettera che la Asl ha inviato agli oltre 500 medici di famiglia per invitarli a segnalare casi sospetti di Coronavirus. L'ottica è questa.

Ma c'è di più, dal momento che l'Azienda Sanitaria Locale di Frosinone si sintonizza altresì sulla lunghezza d'onda della telemedicina. Con la sorveglianza e il monitoraggio a distanza. Ci sarà infatti un kit di collegamento che verrà consegnato al paziente, che in questo modo potrà relazionarsi direttamente con la centrale di ascolto. Attraverso una "app"da scaricare sul telefonino. In questo modo potrà essere rilevata sia la temperatura corporea (due volte al giorno) che, eventualmente, i livelli di ossigenazione dei polmoni.

In realtà si tratta di un modello di prossimità sanitaria fondamentale, destinato ad andare anche oltre quelli che sono i tempi dell'emergenza legati alla pandemia da Coronavirus. Indubbiamente questa situazione ha comportato pure una forte risposta in termini di modernizzazione della sanità locale.

A questo punto però l'attenzione è concentrata anche e soprattutto sui medici di famiglia, che avranno un ruolo decisivo nell'azione finalizzata a snidare il virus nel territorio. Anticipandolo. Caterina Pizzutelli, segretario provinciale della Fimmg, l'organizzazione di categoria più rappresentativa dei medici di base, spiega: «Siamo perfettamente consapevoli di ricoprire un ruolo fondamentale in questo momento. Ma per la verità lo abbiamo svolto sin dall'inizio. Mi riferisco, per esempio, alla segnalazione di casi cosiddetti sospetti, di persone che cioè potevano aver contratto il virus. All'inizio è stato complicato per tutti, senza alcuna responsabilità da parte di nessuno. Ci siamo trovati a fronteggiare un'emergenza inimmaginabile. Adesso la situazione è cambiata. Penso per esempio all'opportunità di poter effettuare dei tamponi a tappeto: si tratta di uno strumento fondamentale nella strategia di circoscrivere i confini del contagio».

E le Unità Covid sul territorio? Rileva Caterina Pizzutelli: «Siamo chiamati tutti ad un grande lavoro e dobbiamo essere consapevoli che non sarà semplice.
Ma c'è un altro aspetto che vorrei sottolineare. Non è che con la pandemia da Coronavirus le altre malattie e le altre patologie siano scomparse. Faccio un esempio: oggi perfino per un semplice trasferimento occorre rispettare (giustamente) i protocolli e le regole che sono state disposte. Dal tampone alla quarantena: ma è evidente che dobbiamo velocizzare questi aspetti.
Pensiamo ad una persona che ha la necessità e l'urgenza di essere operato».

Argomenta ancora Caterina Pizzutelli: «Confermo quanto detto in precedenza proprio a Ciociaria Oggi.
Noi medici di famiglia sappiamo adeguarci rapidamente alle necessità. Basti dire che in due giorni i medici di medicina generale sono stati capaci di adeguarsi perfettamente alla novità della ricetta dematerializzata, lo hanno fatto grazie all'organizzazione che hanno e che può offrire una grandissimo contributo anche alla lotta al nuovo Coronavirus. Abbiamo sempre chiesto di essere coinvolti di più e meglio. Cosa che adesso sta  accadendo. È evidente che ci saranno diverse fasi di questa emergenza. Sapremo farci trovare pronti».