La maschera Decathlon, da attrezzo sportivo a straordinario strumento per salvare vite, al punto che ora in moltissimi lo stanno usando, anche al di fuori del confine italiano. Tutto ciò è stato possibile grazie ad un'iniziativa spontanea che ha visto coinvolto un folto gruppo di persone, composto dai sanitari del San Benedetto, con il dottor Roberto Sarra e e il reparto di terapia intensiva, dai professori del liceo "Pietrobono", e dal corpo della Protezione Civile.

L'ingegno e l'impegno hanno dato vita un risultato straordinario, rendendo la maschera un salvavita.
L'azione dei volontari si è concentrata sulla valvola al fine di renderla non solo adattabile alle apparecchiature in uso nelle strutture ospedaliere come l'ospedale San Benedetto ma anche fruibile per altri utilizzi. Questa valvola è uno strumento in più contro il coronavirus, è la chiave per trasformare un attrezzo sportivo in un dispositivo biomedicale (non certificato).

La storia
Giorni fa, nel bresciano, la Startup Isinnova ha per prima avuto la brillante idea di adattare le maschere da snorkeling della Decathlon ai respiratori impiegati per il trattamento dei pazienti affetti da Covid-19, a seguito del conclamato stato di emergenza e della penuria di mezzi per il supporto respiratorio. La notizia si è presto diffusa in tutta Italia grazie ai social media e Isinnova, dopo aver brevettato ad uso libero la valvola di adattamento "Charlotte", ha messo a disposizione il file necessario per la stampa 3D. Immediatamente ne è seguita una gara di solidarietà per raccogliere le maschere e la stessa Decathlon ne ha donate 10.000.
Tra i tanti appelli lanciati su Facebook per la raccolta di maschere (anche usate) da destinare alle strutture sanitarie in sofferenza, la dottoressa Agnese Ginebri e Anna Rita Pelorossi, aiutate da Alberta Bernardi e Maurizio Pirazzi, hanno risposto, in particolare, alla richiesta della "Onlus aBRCAdaBRA".

Subito sono stati presi contatti si con varie farmacie della zona al fine di predisporre dei punti per la raccolta delle maschere, donate generosamente da numerose persone. Anche il Liceo Scientifico "Luigi Pietrobono", ha accolto la sfida solidale e si è subito attivato, contando sulla professionalità del prof. Umberto Carotenuto, sull'immediata disponibilità della Dirigente Scolastica Simona Scarsella e della prof.ssa Emanuela Desiato che ha reso possibile prelevare la stampante 3D dal liceo scientifico. Grazie a questa rete di volontari è stato possibile realizzare la prima valvola che, grazie poi all'intervento del nucleo di Alatri della Protezione Civile, è stata messa a disposizione dell'équipe sanitaria dell'ospedale San Benedetto. A seguito del primo collaudo della valvola ad Alatri, si è resa necessaria una modifica per renderla adattabile alle apparecchiature in dotazione presso l'ospedale.

Nel ripensare il disegno della valvola in chiave più duttile e universale possibile, si è tenuto conto non solo della possibilità di utilizzare la maschera EasyBreath come dispositivo per la ventilazione del paziente (sia con respiratore che con ossigeno a muro). Ma anche della possibilità di utilizzarla come dispositivo di protezione individuale per il personale sanitario adattandola, quindi, ad ospitare due filtri HME (Antibatterici e Antivirali) lavorando su un'idea originale del prof. Gianluca Venturi dell'ITIS "Morosini"di Ferentino.

La novità e il ricordo
La nuova versione della valvola Charlotte ha preso il nome di "Valvola Corvo", in ricordo del caro professor Gaetano Corvo, insegnante per lungo tempo presso il Liceo Pietrobono, venuto a mancare pochi giorni fa a causa del Covid-19. Decine di valvole sono state stampate e smistate insieme ad una parte delle maschere raccolte, grazie alla Protezione Civile di Alatri che le ha raggruppate e spedite in diverse strutture ospedaliere ed assistenziali, per un totale di 50.
Ma il "Made in Ciociaria" ha superato anche i confini nazionali! A dimostrazione del grande successo ottenuto, i file con le indicazioni per la stampa della "Valvola Corvo"(disponibili online gratuitamente) sono stati scaricati e stampati addirittura a Madrid! Intorno a tutto ciò è nata una nutrita organizzazione di makers, "Il Raccordo che Raccorda", all'interno della quale ognuno sta dando il proprio contributo.

«Ci piace ringraziare ricordano chi si sta impegnando, nominando ciascuno di loro: Adriano Paniccia, Andrea Fusco, Ciro Scala, Nicolò Carinci, Damiano Ciardi, Diego Penna, Emiliano Antonucci, Gianluca Venturi, Marcello Del Vescovo, Michele Bricca, Riccardo Marini, Stefano Palma, Umberto Carotenuto, UmbertoCellitti edancheDanilo Calabrese e Rosario Proietto per conto di ABB SACE. Infine, è bene ricordare che ogni dispositivo, non avendo certificazioni, potrà essere utilizzato solo in casi eccezionali di emergenza e a fini compassionevoli. Inoltre, questo materiale non è in uso nel nostro ospedale, dove è stato solo provato per verificarne la funzionalità. Al momento i pezzi creati sono stati spediti e messi in uso in strutture dove la procedura per l'uso compassionevole è stata avviata.
Da parte nostra terremo da parte una scorta di materiale per eventuali emergenze, mentre sono pronteper esserespedite altre 30 maschere, che saranno consegnare in Sicilia e ad Agropoli. Il file, frutto di un processo di collaborazione e condivisione, è disponibile a tutti al seguente link: https://www.thingiverse.com/thing:4257123».