Una nuova pagina Facebook per combattere il virus, ma soprattutto le sue conseguenze, quelle psicologiche in primis. Un lungo virtuale di incontro dove poter condividere pensieri positivi, dove resistere, dove scacciare la paura e l'angoscia di questi giorni bui, dove trovare un po' di luce e di speranza in attesa che il "mostro coronavirus" venga sconfitto e si possa tornare a quella normalità sempre data per scontata ma oggi anelata più che mai.
Ma anche un'occasione per trovare gli strumenti giusti al fine di aiutare chi combatte in prima linea il Covid-19 proponendo link, informazioni e coordinate di raccolte fondi o di beni di prima necessità per i più bisognosi, oppure nomi e recapiti di associazioni e volontari che offrono servizi a quanti soffrono la pandemia più di altri: anziani, persone sole, malati, famiglie in difficoltà economiche, ospedali, operatori sanitari. Tutto questo, ma anche molto di più, è la neonata pagina Facebook che già con il suo nome fa ben capire le finalità che ne hanno determinato la nascita: "Facciamo – Contro il Covid-19".
"Questa pagina – scrivono in merito i promotori, in gran parte giovani, ma non solo - nasce per dare un seguito all'idea di fare concretamente qualcosa per partecipare alla battaglia contro il "mostro" coronavirus . Abbiamo un video a cui agganciare il nostro fine. Ma i video e la poesia da soli non bastano. Serve farli diventare strumento di qualcosa. Di una raccolta fondi ad esempio. Dobbiamo fare qualcosa che serva. Abbiamo questi strumenti: muoviamoci con questi. La creazione può aiutare. Non saremo "Artisti uniti per l'Abruzzo" col singolo spacca classifiche ma possiamo arrivare a qualcuno e muovere qualcosina. Più saremo meglio sarà".
Quindi, ad ulteriore chiarimento dello scopo e della natura della pagina, si precisa: "Non è un girotondo, non è un flash mob, non è un "volemose bene", aspettiamo che passa 'a nuttata...
Vogliamo che tutto questo finisca. E che gli ospedali non siano trincee coi soldati scalzi e senza munizioni.
"Vogliamo far qualcosa che serva ". Noi non possiamo combattere il virus qui. Non siamo scienziati, ricercatori, operatori sanitari. Però una cosa possiamo affrontarla. A mani nude, a parole, a colpi di poesie, di canzoni, con i fatti: la paura. Questo mostro servo del primo. Assistente del virus, complice, alleato. Siamo terrorizzati, è ovvio. Detenuti nostro malgrado, chiusi nei pensieri e nelle procedure disinfettanti. Tremiamo per i nostri cari. Piangiamo e bruciamo alla lettura dei bollettini. Apprendimento e apprensione sono diventati inseparabili. Sappiamo e tremiamo.
Ma la cappa di terrore abbatte le difese immunitarie. Soffoca l'organismo quanto il pensiero. Se s'ammala l'anima perdiamo il più prezioso degli anticorpi. Ed è la scienza a dirlo. Qui proviamo a fare qualcosa affinché tutto questo non avvenga, contro la paura, contro l'angoscia, contro la depressione. Proviamo ad interferire sulla sua strada. Qui mettiamo luce, di tenebre siamo pieni. Non possiamo permetterci di arrenderci". Quindi, l'appello finale, rivolto a tutti: "Fatevi sentire. Fatevi scoprire. Fate. Facciamo."