La sua è una missione. Non si è mai tirato indietro quando c'è stato bisogno di dare una mano concreta a chi è in difficoltà. Impegnato nel sociale e con un'attenzione particolare alle esigenze del territorio.
E mai come in questo momento in cui c'è bisogno di essere distanti ma vicini nella concretezza, nella solidarietà, nell'altruismo, non ha fatto mancare il suo sostegno.

Tonino Boccadamo, l'imprenditore ciociaro noto per la produzione di gioielli Made in Italy, non è rimasto indifferente alla grave emergenza sanitaria che sta interessando l'I talia. In particolare, ha avvertito fortemente la necessità di mobilitarsi a favore della sua terra. È intervenuto in soccorso delle strutture sanitarie della Provincia, donando con consegna diretta alcune migliaia di mascherine per uso chirurgico ai Pronto soccorso degli ospedali di Frosinone, Sora e Alatri, alla Asl di Frosinone, al Comando provinciale del carabiniere e alle parrocchie.

Un gesto di riconoscenza e di sostegno verso coloro i quali stanno fronteggiando in prima linea il Covid-19, nonostante la scarsità di supporti di protezione individuale. E la "Boccadamo"ha pensato anche alla popolazione, ai clienti, a quanti fanno dello stile, dell'eleganza del brand di uno dei fiori all'occhiello della Ciociaria, un punto di riferimento anche in questa emergenza.

Ha avviato, infatti, un importante percorso di riconversione per la realizzazione di mascherine di protezione facciale, aggiungendo una connotazione estetica che è propria della vocazione fashion dell'azienda che ha tagliato il traguardo dei suoi primi 40 anni nel 2018. Una realtà solida, conosciuta ed  apprezzata in Italia e nel mondo. E il Covid-19 non ha fermato l'altruismo, la determinazione e la professionalità di Tonino Boccadamo.

Lo abbiamo contattato telefonicamente nella sua azienda dove da diverse settimane, nel laboratorio in cui fino a prima dell'emergenza si realizzavano i cinturini degli orologi e le confezioni regalo e ora ci sono dipendenti al lavoro per le mascherine.
Dopo aver donato, nei giorni scorsi, attraverso la Fondazione Boccadamo, realtà senza scopo di lucro, alcune migliaia di mascherine per uso chirurgico, ha avviato un importante percorso di riconversione.

E anche dalla sua pagina Facebook l'invito a essere sempre uniti, a collaborare e a fare squadra.
«Abbiamo sempre creduto, amato e celebrato il nostro Paese, il suo saper fare, le sue tradizioni e il suo glorioso passato. Questo nostro modo di interpretare l'amore per l'Italia ci sembra la via migliore da seguire oggi più che mai, per tornare a vedere presto, tutti insieme, il suo prospero futuro».

Come sta vivendo questa situazione?
«Inizialmente con smarrimento, senso di difficoltà cercando di comprendere cosa stesse accadendo e per prima cosa ho pensato a cosa si potesse fare in ambito lavorativo, con professionalità ma allo stesso tempo con gli occhi puntati sul sociale, sul nostro territorio»..

Quale è stato il primo passo?
«Abbiamo procurato mascherine, importandole naturalmente.
Le abbiamo donate ai Pronto soccorso degli ospedali di Frosinone, Alatri, Sora, all'Azienda sanitaria locale, ai carabinieri, perché è evidente il grande sforzo che i nostri medici, infermieri, tutti gli operatori sanitari, come anche le forze dell'ordine, stanno facendo in questi giorni. Il loro lavoro è encomiabile ed eroico, perché mettono a rischio la loro stessa vita per salvarne altre.
Per questo ho ritenuto necessario adoperarmi, mostrando tutta la mia personale riconoscenza agli uomini e alle donne che nei nostri ospedali fronteggiano tutto questo, e soprattutto perché sono certo che solo attraverso la collaborazione di tutti ne usciremo presto.
Successivamente altre mascherine le abbiamo consegnate alle parrocchie».

Come è nata l'idea della riconversione di parte della produzione?
«Nella nostra azienda c'è un reparto che si occupa della produzione di cinturini sartoriali per orologi e sacchettini, confezioni regalo. Pertanto avendo personale e macchine da cucire a disposizione, abbiamo chiesto la certificazione per realizzare mascherine. Si tratta di mascherine di protezione facciale, realizzate con due strati di tessuto in cotone 100% ed uno interno di TNT in polipropilene, sono lavabili, riutilizzabili e rispondono alle indicazioni tecniche fornite dal Politecnico di Milano su materiali e stratificazioni, rivolte alle aziende in riconversione.
Allo stesso tempo sono confortevoli, eleganti e a prezzo abbordabile. Tante le richieste da tutta Italia arrivate sul sito www.italiasicurity.it. Sul territorio nazionale abbiamo venticinque agenti. Gli stessi si stanno prodigando come tutti gli altri dipendenti. Mascherine che potranno essere acquistate anche nelle farmacie e nei negozi adibiti alla vendita che ne hanno fatto già richiesta».

Riconvertendo la produzione state dando anche lavoro?
«Passando dai gioielli alle mascherine è stata fatta un'integrazione. Abbiamo modificato il codice Ateco e sono una ventina le persone che stanno lavorando in questo periodo. Inizialmente abbiamo usufruito delle ferie, successivamente della cassa integrazione.
Adesso, pur restando bloccati come previsto dalle normative del decreto per quanto riguarda la produzione di gioielli, con 1.400 concessionari esclusivisti chiusi in tutta Italia, abbiamo potuto riconvertire la produzione realizzando appunto mascherine. E sono diverse le persone tornate a lavorare e non solo della filiera produttiva, sono rientrati anche amministrativi e magazzinieri.
In media produciamo circa 5.000 pezzi al giorno.
Con l'aumento della produzione abbiamo acquistato anche macchinari nuovi».