La fumata bianca è arrivata alle 2 del mattino, dopo dodici ore di trattative febbrili e nervose. Un accordo quadro con tutte le organizzazioni sindacali e datoriali (nonché la partecipazione delle cinque Camere di Commercio del Lazio) per definire le linee di intervento della cassa integrazione in deroga nella Regione Lazio. A beneficiarne le imprese anche sotto i cinque dipendenti, appartenenti a ogni settore produttivo e con sede operativa nel Lazio.

Chi può usufruirne
Cominciamo dai numeri. Per il Lazio ci sono a disposizione 144.450.440 euro. Con una platea di lavoratori potenzialmente interessati pari a 290.944 unità. Cgil, Cisl e Uil sottolineano: «Rispetto a quanto disposto nel decreto Cura Italia, l'intesa sottoscritta nel Lazio allarga ulteriormente la soglia di tutela per numerose figure troppo spesso ai margini del mercato del lavoro: possono accedere alla cassa in deroga infatti i lavoratori a tempo determinato e intermittenti, gli operai agricoli precari, i lavoratori della pesca, del terzo settore, i dipendenti degli studi professionali, i somministrati e i dipendenti delle micro aziende artigiane che non riescono ad accedere ai fondi bilaterali per esaurimento di fondi a disposizione».

Il Lazio è la prima regione a sottoscrivere un accordo quadro dopo l'ufficializzazione del Decreto di riparto. Si tratta di risorse che serviranno a sostenere le imprese e i lavoratori che a causa dell'emergenza sanitaria hanno ridotto o interrotto l'attività. Rileva la Regione: «L'accordo è frutto di un tavolo di confronto avviato già dal 18 marzo e che in via preliminare era servito a fare una prima ricognizione e per stabilire metodo e tempistiche. Sono beneficiarie le imprese anche sotto i cinque dipendenti, appartenenti a ogni settore produttivo e con sede operativa nel Lazio; sono esclusi invece i lavoratori domestici per i quali, come Regione Lazio, stiamo studiando altre forme di sostegno. Da sottolineare che nella nostra regione, grazie alla concertazione con tutte le parti sociali, abbiamo elaborato un modello che permette di definire accordi tra sindacati e aziende in tempi particolarmente contratti, fissando in tre giorni il limite per lo svolgimento delle trattative.

Inoltre l'accordo non è richiesto per i datori di lavoro che occupano fino a cinque dipendenti, fatta salva una esaustiva informativa sulla dimensione e condizione aziendale alle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative». L'accesso al trattamento di cig in deroga è consentito anche agli studi professionali. Va specificato che i contributi della cassa integrazione in deroga riguardano i lavoratori non coperti dagli strumenti ordinari di cassa integrazione salariale che alla data del 23 febbraio erano in forza all'azienda. Tra i sottoscrittori dell'intesa anche Giovanni Acampora, presidente di Confcommercio Lazio. Rileva: «Grazie alla stipula dell'accordo quadro, i datori di lavoro potranno presentare, a partire dalla data odierna (ndr: ieri per chi legge), domanda di concessione di cassa integrazione alla Regione Lazio, per via telematica, attraverso un sistema informativo che prevede il coinvolgimento del sindacato anche per il tramite dell'organizzazione datoriale cui l'azienda conferisce mandato».

Tempi e modi della domanda
La durata della cassa copre un periodo massimo di 9 settimane e può essere richiesta retroattivamente a partire dal 23 febbraio. La Regione ha richiesto al Ministero del Lavoro chiarimenti, «a partire dalla possibilità di estensione dell'ammortizzatore sociale anche per i dirigenti e strumenti di sostegno al reddito anche per i lavoratori a tempo determinato che hanno cessato il loro rapporto di lavoro in questo periodo nell'ottica di includere tutti e non lasciare escluso nessuno».

Allo studio ci sono altresì proposte emendative con l'obiettivo di poter coinvolgere anche i lavoratori assunti in data successiva al 23 febbraio e coloro che sono coinvolti nei cambio appalto. Le domande possono essere inviate a partire dalle ore 14 del 25 marzo (ndr: ieri perché legge) tramite la piattaforma dedicata http://www.regione.lazio.it/cigs/web e alla mail areavertenze@regione.lazio.legalmail.it. La Regione Lazio ha voluto altresì specificare che «a seconda dell'ordine di arrivo delle domande, entro 48 ore queste saranno lavorate dagli uffici e inviate all'Inps per la parte di propria competenza».

La Regione: risposta rapida
L'assessore regionale al lavoro Claudio Di Berardino dichiara: «Crediamo che in questa fase debbano essere disposte tutte le iniziative utili per tutelare i lavoratori e per arginare gli effetti economici e sociali innescati dalla crisi epidemiologica. Per l'invio delle domande sono state individuate procedure particolarmente semplificate e agili per facilitare le aziende e dare risposte in tempi veloci. Anche nei confronti dell'Inps abbiamo chiesto un grande sforzo per approntare con celerità le pratiche. Da parte nostra abbiamo già potenziato il sistema informatico e dedicato una task force per la gestione delle pratiche.

Nei confronti del Governo, invece, continueremo a sollecitare l'adeguata copertura economica per continuare a dare risposte alle esigenze del nostro territorio. Sulla base di queste premesse confidiamo in una gestione ordinaria e tranquilla delle richieste di cassa, certi di poter dare a tutti il contributo economico». Il presidente Nicola Zingaretti commenta: «Accordo utile per dare una risposta veloce ai lavoratori e alle imprese che stanno vivendo le drammatiche conseguenze del Coronavirus. Ne possono usufruire anche le imprese con meno di 5 dipendenti».

La posizione dei sindacati
I segretari regionali di Cgil (Michele Azzola), Cisl (Enrico Coppotelli) e Uil (Alberto Civica) rilevano: «Nessuno deve rimanere escluso e con questa intesa facciamo la nostra parte anche qui sul nostro territorio. La Regione Lazio, per il tramite dell'assessore al lavoro Claudio Di Berardino, ci ha rassicurato che questa disponibilità è solo una prima dotazione finanziaria e siamo impegnati congiuntamente affinché il Governo stanzi quanto prima ulteriori risorse per dare piena copertura e garantire continuità di reddito ai lavoratori e alle lavoratrici più fragili, come appunto quelli che accederanno alla cassa in deroga. La cassa in deroga è uno strumento in più anche per quelle aziende non essenziali e per fermare le attività laddove questo non sia ancora stato fatto.

Pensiamo che sia giusto sottolineare che adesso tutte le aziende – di ogni ordine e dimensione – hanno un ammortizzatore sociale per sospendere la propria attività tutelando la propria salute e quella dei propri dipendenti». Poi però avvertono: «Gli sforzi fatti rischiano di essere vani se non si creano corsie di erogazione della cassa integrazione in deroga in tempi certi per garantire il reddito dei lavoratori, già fortemente compromesso. Su questo punto vigileremo quotidianamente, perché il nostro principale obiettivo è garantire che quanto prima le risorse arrivino ai lavoratori per garantire loro la possibilità di vivere questi giorni drammatici senza ulteriori preoccupazioni che non siano legate all'emergenza epidemiologica. Anche così intendiamo dare il nostro contributo per sconfiggere il virus».

Armando Valiani, segretario regionale dell'Ugl, afferma: «Questo accordo deve considerarsi il primo passo verso l'adozione di una serie di misure, nel medio-lungo periodo, che la Ugl ha chiesto e continuerà a chiedere alla Regione per sostenere e tutelare i lavoratori duramente colpiti dall'emergenza Covid-19. Ci attende un lungo percorso che ci dovrà necessariamente portare fuori da una crisi senza precedenti dal dopoguerra in poi, il nostro impegno sarà sempre in prima linea nell'ottica di un confronto costruttivo».