Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annunciato sabato sera un'ulteriore stretta per le attività produttive, un nuovo decreto in vigore da questa mattina, che chiude tutto ciò «che non è essenziale», ha detto il premier. Ma nella giornata di oggi  la firma del decreto è arrivata solo poco fa, dopo le 19, a causa delle richieste delle associazioni degli industriali che sono state vagliate dal Governo. 

Il tema centrale del decreto è il concetto di "servizio essenziale" che lascia margini molto ampi di applicazione. E infatti, carta alla mano, sono tante le aziende che restano aperte anche dopo questo provvedimento.

Non chiudono, ad esempio, i supermercati e le farmacie. Di conseguenza non chiude nemmeno tutta quella filiera che rifornisce questi settori, da chi produce agroalimentare o prodotti chimici fino alle aziende farmaceutiche, passando ovviamente per quelle di autotrasporto. Restano attivi i servizi pubblici, come i trasporti o la raccolta e smaltimento dei rifiuti. Aperte anche le edicole e i tabacchi, dove però non sarà più possibile giocare a Lotto o Superenalotto o Slot machine in quanto questi servizi sono stati sospesi dall'Agenzia dei Monopoli di Stato.

L'elenco su cui si è ragionato durante il confronto tra governo e parti sociali sulle nuove misure da adottare spazia dall'agricoltura all'alimentare, dalla farmaceutica alla chimica, dall'industria tessile (escluso l'abbigliamento) ai trasporti, alle attività di magazzinaggio; dal comparto dell'energia agli acquedotti, alla raccolta e smaltimento dei rifiuti, dall'installazione di impianti elettrici e idraulici a tutte le attività di manutenzione e riparazione di apparecchi, macchine e macchinari vari, dai call center sino (ovviamente) all'assistenza sanitaria ed ai servizi di assistenza sociale residenziale. Ma poi anche chi produce carta, plastica e vetro è compreso in questa lista, visto che si tratta di produzioni indispensabile per confezionare cibi, bevande e medicinali. Aperte anche le edicole, in quanto l'informazione rientra tra i servizi fondamentali. Possono rimanere aperte le attività di studi legali, ingegneria, i call center, attività finanziarie e assicurative.

Nel decreto c'è anche un passaggio dedicato agli spostamenti. Vietato abbandonare il luogo in cui ci si trova. Dunque dal precedente decreto viene cancellata la dicitura "per far ritorno al proprio domicilio o residenza". Una stretta per evitare partenze da nord verso sud come accaduti la scorsa settimana. 

IL DECRETO

L'ELENCO DELLE ATTIVITA' CHE RESTANO APERTE