In uno dei posti più belli d'Europa, le Canarie, l'emergenza è tangibile. Da lunedì sono stati bloccati i voli e le isole sono "isolate". Ospitano centinaia di italiani che ormai vivono e lavorano lì. L'esercito è in strada e i continui arrivi nelle ultime settimane hanno peggiorato la situazione dei contagi. Sandro De Micco, fisioterapista di Cassino, vive e lavora a Tenerife da oltre un anno.

Come è la situazione lì?
«Sono scattate le restrizioni ma, fino a sabato scorso, hanno permesso agli aerei di atterrare.
Nelle ultime settimane sono arrivate centinaia di persone, da Barcellona ma anche dall'Inghilterra. Avrebbero dovuto bloccare tutto prima, le Canarie sono sette isole, alcune anche molto piccole, avrebbero potuto evitare contagi. Potevamo essere risparmiati. Invece il bollettino di lunedì parlava di 109 positivi. C'è stato anche un decesso, una donna di ottantadue anni. La situazione è abbastanza preoccupante».

Come si vive lì in questo momento?
«Io ho seguito tutto quello che è accaduto in Italia, ho i miei genitori e le mie sorelle che mi aggiornano. Ho capito immediatamente quello che stava succedendo e ho iniziato a indossare mascherine e guanti usa e getta due settimane fa. Mi prendevano in giro, adesso invece le cercano tutti e non si trovano. Quello che mi fa imbestialire è sapere che il 3 marzo proprio dal nord Italia sono arrivate comitive di ragazzi in vacanza, e la zona era già stata chiusa, ora sono bloccati qui e non possono rientrare. Non sarebbero proprio dovuti venire, mi stupisco del fatto che abbiano avuto i permessi per partire. Qui ora c'è l'esercito in strada, le attività sono state sospese. Sono aperte solo farmacie e supermercati, proprio come in Italia, ma c'è molta superficialità».

Di cosa hai paura?
«Qua tutto si basa sul turismo, l'economia è mandata avanti dalle strutture alberghiere e da tutto quello che gravita in relazione a questo settore. Per gli autonomi, gli equivalenti delle partite Iva italiane, le cose sono un po' diverse. Intanto è stata data la sospensione del pagamento delle tasse per i prossimi sei mesi e per i prossimi tre avremo un sussidio di seicento euro, non è tanto ma almeno è qualcosa».

Gli italiani che sono lì vogliono rientrare?
«Facciamo il punto,a lunedì sera si parlava di109 positivi su tutte le isole di cui 50 a Lanzarote e 38 a Tenerife. Gli italiani che vivono qui si conoscono tutti, ma noi siamo qui ormai e non abbiamo intenzione di tornare. Il problema serio è per tutti i turisti che ora si trovano bloccati,che eranovenuti per stare qualche settimana e che ora, forse, resteranno almeno un mese se non di più. Anche qualche italiano residente alle Canarie che aveva pensato di tornare non è potuto rientrare perché non è stato possibile».

In Spagna si parla dell'aiuto europeo?
«Non se ne parla come in Italia. Ma sono convinto che vada presa una decisione in ambito europeo perché se ogni Paese continua a gestire la cosa in maniera scollegata, la situazionesi potrebbe solo complicare. Se l'Italia debella il virus ma la gente va in giro negli altri Paesi magari torneranno focolai tra qualche mese. Serve una linea unitaria».

Come sono gestite le strutture sanitarie nelle isole? 
«Le strutture ci sono, pubbliche e private. Nel pubblico esami e visite si fanno velocemente ma la qualità dei medici non è il top. Sono strutture che, solitamente, si occupano di turisti, non sono pronte a gestire un'emergenza. Non ci sono proprio le competenze necessarie. Io lavoro in una struttura privata, in tanti siamo italiani, il discorso è diverso. Non dimentichiamo che qui l'80% del turismo è di anziani e disabili, quelli che vengono tutto l'anno. La movida è più estiva.
Ma gestire un'emergenza sanitaria come quella del Coronavirus è una cosa impensabile».