«I prossimi giorni saranno determinanti». Fabrizio Cristofari, presidente dell'ordine provinciale dei medici, non usa la parola "picco". Spiega: «In tutta questa settimana e in parte della prossima "sconteremo" i comportamenti inadeguati di quindici giorni fa. Anche in provincia di Frosinone naturalmente. Credo che tra martedì 24 e mercoledì 25 marzo saremo in grado di fare un bilancio serio su quello che è successo e sulle prospettive. Dicevo dei comportamenti inadeguati di quindici giorni fa: settimane bianche, feste, assembramenti, ritorni da quelle che erano le zone rosse senza controlli. Vero che non c'erano le attuali disposizioni del Governo, ma sarebbe stato meglio evitare. La media dell'incubazione del Covid-19 è tra i sette e i quattordici giorni. Dobbiamo serrare le fila, c'è poco da fare. Mi sembra di poter dire che adesso il messaggio di stare a casa e di rispettare le prescrizioni sia passato.
Potrebbero esserci numeri alti per quanto riguarda i contagi: lo sappiamo e siamo pronti.
Poi si faranno delle valutazioni. Per quello che mi riguarda sarà fondamentale contenere l'infezione, non impedirla. L'importante, cioè, è che i contagi non si presentino tutti contemporaneamente».

Ma quando si potrà pensare di vedere la luce in fondo al tunnel? Rileva Cristofari: «Naturalmente spero di essere smentito, ma da medico dico che non penso che saremo fuori da questa pandemia il 4 aprile. Abbiamo a che fare con un virus atipico oltre che sconosciuto finora: molto contagioso e con un grado di letalità singolare. Credo che questo aspetto dovrà essere valutato successivamente, perché ho la sensazione che si stiano valutando meno casi di quelli che realmente ci sono. Solitamente una "virosi" dura tre o quattro mesi. Potrebbe anche esserci un'attenuazione in estate e una ripresa in autunno».

Poi Cristofari aggiunge: «I medici di questa provincia, ospedalieri e non, stanno facendo un lavoro straordinario. E gli infermieri ancora di più. Nei prossimi giorni ci sarà bisogno di un ulteriore sforzo, sia negli ospedali che nell'azione di filtro sul territorio. Sono orgoglioso di rappresentare una categoria in trincea, che sta dimostrando sul campo quanto sia valida la sanità pubblica. Naturalmente c'è anche la paura, perché le statistiche dimostrano che il 10% del personale sanitario a contatto con i pazienti Covid-19 viene infettato. Ma tutti noi andiamo avanti e credo che, passata questa emergenza, si dovrà fare una riflessione seria sull'importanza della sanità pubblica».