«Niente panico, è il momento della responsabilità e della competenza». Alessio D'Amato, assessore regionale alla sanità del Lazio, è in trincea da settimane. Lo abbiamo intervistato.

Assessore, nelle province di Frosinone e di Latina che tipo di situazione si sta fronteggiando per quanto riguarda l'emergenza Coronavirus?
«La situazione nelle province di Latina e Frosinone è sotto controllo. In Ciociaria, a parte i casi dei pazienti positivi, ci sono 150 persone in sorveglianza domiciliare: a tutti loro viene misurata la temperatura due volte al giorno e sono costantemente monitorati. Per quel che riguarda la provincia di Latina, la situazione è nota. C'è naturalmente la vicenda dei casi accertati di Coronavirus a Fondi: sono tutti riconducibili ad un medesimo luogo in cui si sono svolti alcuni festeggiamenti ai quali erano presenti invitati provenienti da varie zone d'Italia. In termine tecnico si chiama "cluster". Ripeto: stiamo fronteggiando situazioni importanti, ma abbiamo il pieno controllo».

Il sistema sanitario del Basso Lazio come sta reggendo all'urto?
«Sta reggendo bene tutto il sistema sanitario del Lazio. Teniamo anche presente che per le situazioni più complicate c'è sempre lo Spallanzani di Roma. Certo è che però tutti i cittadini devono seguire le prescrizioni: soltanto così si può pensare di fermare il virus. È importante sottolineare sempre alcune cose: è fondamentale evitare i Pronto Soccorso. Invece questo non sempre succede e non va bene. Chi ha febbre, tosse, dolori muscolari deve contattare il medico di base o il 1500. Poi c'è il numero verde. Ricordiamolo: 800118800. Quindi c'è il 112. Ci sono dei protocolli che stanno funzionando benissimo. Il primo attore per arrestare il virus sono i cittadini della nostra regione. Inoltre, è importantissimo che tutti i pazienti diano ai sanitari le informazioni utili: con chi sono venuti in contatto, dove sono stati. Si tratta di un aspetto fondamentale».

Torniamo al lavoro che si sta facendo allo Spallanzani.
«L'ospedale Lazzaro Spallanzani è un baluardo nazionale (e non solo) in questa emergenza creata dal Coronavirus. Un'eccellenza assoluta. Averlo nel Lazio è un privilegio».

Sul piano sanitario quali provvedimenti ha preso la Regione Lazio in queste ore?
«Diversi. L'aumento dei posti letto, con particolare riferimento a quelli di terapia intensiva: ce ne saranno 157 in più nel Lazio. Ma la "guerra" al Coronavirus si combatte anche su altri fronti.
Abbiamo previsto procedure straordinarie per il reclutamento di 474 operatori: 50 anestesisti, 270 infermieri, 12 pneumologi, 18 infettivologi, 12 cardiologi, 20 medici dell'emergenza, 12 radiologi e 80 operatori socio sanitari.I 157 posti in più in terapia intensiva rappresentano una risposta importante. Teniamo presente che il rapporto è 1 a 10. Vale a dire che il 10% delle persone positive al Coronavirus ha bisogno della terapia intensiva. Parliamo di un virus che può creare difficoltà respiratorie. Stiamo dando una risposta medico ospedaliera forte per bloccare la diffusione del Coronavirus. Il Governo, attraverso il ministro Francesco Boccia, ha detto che l'aumento di 157 posti letto in terapia intensiva nel Lazio, indica una strada e un modello da seguire. Naturalmente siamo soddisfatti».

Assessore D'Amato, a quale scenario dobbiamo prepararci nei prossimi giorni?
«Guardi, noi ci stiamo preparando per fronteggiare qualunque tipo di scenario».

In consiglio regionale lei ha detto che la settimana prossima sarà quella decisiva per capire se le iniziative di contrasto messe in campo sono state efficaci. Perché?
«Perché è quello che ci hanno detto gli scienziati. La settimana prossima la valutazione della "curva" sarà fondamentale».

Come si ferma il Coronavirus?
«Con la medicina, con la scienza, ma anche con la responsabilità collettiva».

Gli stili di vita sono destinati a cambiare molto.
«È inevitabile e necessario. Il panico non serve, le fake news vanno combattute.
Allo stesso tempo però è importante seguire le indicazioni che vengono date.
Mantenere la distanza di sicurezza non è una cosa di secondo piano, così come lavarsi bene le mani, evitare abbracci e strette di mano. Per non parlare della necessità di ridurre la partecipazione a eventi pubblici o affollati. Importante evitare spostamenti, trasferte, gite e viaggi che non siano indispensabili. Dobbiamo entrare nell'ordine di idee che sono misure decisive. Questo è il punto».

Quale messaggio vuole dare ai cittadini del Lazio?
«Il messaggio è che la Regione Lazio sta affrontando questa emergenza producendo il massimo sforzo. Ai cittadini si stanno chiedendo molti sacrifici: penso alla chiusura delle scuole e delle università, alle limitazioni di attività sportive e di tante attività quotidiane.
Questi sacrifici hanno un senso, come hanno un senso le prescrizioni. Affidiamoci alla scienza. E non cadiamo mai nella trappola del panico».