Strage in A1, scongiurata ieri mattina l'archiviazione per il caso della famiglia Acri. Su richiesta dei legali Antonio Cozza e Nicodemo Gentile che rappresentano i familiari delle vittime che si sono opposti con forza all'archiviazione, il giudice ha disposto l'imputazione coatta dell'indagato (l'autista del van con cui la famiglia Acri si è scontrata in A1 a Roccasecca) e ha trasmesso il fascicolo in procura affinché «formuli il capo d'imputazione e lo trasmetta al giudice dell'udienza preliminare» hanno spiegato gli avvocati con una nota.

A non permettere che il fascicolo aperto sulla morte della famiglia Acri fosse archiviato è stata la sorella di Stanislao, Francesca, che insieme all'associazione "Basta vittime sulla strada statale 106" ha dato vita a una raccolta firme (sottoscritta da numerosi sindaci e da monsignor Luigi Renzo, arcivescovo di Mileto-Nicotera-Tropea) per scongiurare l'archiviazione.

Nel tremendo impatto avvenuto nel luglio del 2018 tra la Lancia Y su cui viaggiavano le vittime e un furgoncino condotto da un uomo della provincia di Cuneo, la famiglia di Rossano Calabro non ha avuto alcuno scampo. Sul colpo, lo ricordiamo, morirono Stanislao (candidato sindaco con il Movimento Cinque Stelle a Rossano), sua moglie Daria Olivo entrambi avvocati di 35 anni e il piccolo di sei mesi. I medici del 118, i vigili del fuoco e gli agenti della Sottosezione A1 di Cassino fecero davvero l'impossibile.

Ma era già tutto inutile: la piccola vacanza a Roma, per effettuare una visita al Bambino Gesù e poi assistere al concerto di Roger Waters si trasformò in tragedia. «Un pensiero alla famiglia Acri e soprattutto a Francesca, sorella di Stanislao ha commentato ieri Fabio Pugliese, presidente dell'associazione per il suo esempio. Voglio dedicare questo risultato a tutti coloro che ci hanno aiutato, in particolar modo a monsignor Renzo».