Il panico e la psicosi più che il contagio vero e proprio stanno mettendo in ginocchio un intero Paese. Nonostante le zone rosse siano distanti dalla Ciociaria non è difficile ipotizzare un diverso tipo di "contagio", quello economico, per le imprese del Frusinate e non solo per quante hanno rapporti diretti con Veneto e Lombardia. Il vice presidente di Confindustria Maurizio Stirpe non si nasconde e proprio per evitare i danni diretti all'economia reale chiede una serie di misure per bilanciare le perdite in alcuni settori chiave, dai trasporti al turismo, passando per l'auto.

Il Coronavirus sta producendo seri danni all'economia. Possiamo stimare la ricaduta nella provincia di Frosinone?
«È prematuro parlaredi numeri e dati. Siamo ancora in una fase preliminare. I veri effetti non sono ancora stati scaricati sull'economia, fino ad adesso non c'è stato nessun effetto. Gli effetti si vedranno nelle settimane successive, ma molto dipenderà dalle conseguenze dell'epidemia».

Quali saranno i settori economici più colpiti?
«All'inizio l'impatto è modesto. Ma ricadute ci saranno sui settori del turismo e dei trasporti perché in definitiva i numerosi cali nelle prenotazioni e gli inviti a spostarsi il meno possibile hanno un effetto diretto sui trasporti. Successivamente avremo effetti in tutti i settori dell'economia reale».

E tra questi sicuramente c'è quello dell'auto.
«Per avere un punto di riferimento il mercato dell'auto in Cina a gennaio è sceso del 20% e a febbraio ci sarà una riduzione più marcata, anche se lì la dimensione del problema è più ampia. Sicuramente avremo delle ripercussioni nei settori dell'economia che vengono a innestarsi in una situazione economica che non spicca per brillantezza».

Non a caso, la Federlazio nell'indagine congiunturale ha parlato di stagnazione. Il che complica ancor di più le cose.
«Noi siamo reduci da un meno 0,2 nel quarto trimestre dello scorso anno. L'effetto di trascinamento che comporta non è positivo».

Servirebbero reazioni più razionali davanti all'emergenza.
«Ci vuole un'assunzione di consapevolezza per non trasformare la situazione già drammatica in catastrofe. Serve una serie di provvedimenti, all'inizio maggiormente focalizzata sulla zona rossa e poi estesa al resto del Paese. Ci vuole un alleggerimento del carico fiscale e contributivo. Serve il potenziamento del fondo di garanzia per le imprese e la rimodulazione dei provvedimenti sulla cassa integrazione da estendere allecategorie che nonne hanno diritto.
Bisogna anticipare i provvedimenti: un grande piano per la promozione delle infrastrutture, mettere al centro dell'agenda politiche sociali per i giovani e soprattutto rimodulare il debito pubblico che è la nostra grande palla al piede»