Si appiana il contenzioso tra l'Università Sapienza di Roma e il comune di Alvito: trovato l'accordo per onorare da parte del comune alvitano un debito contratto con l'ateneo romano che ammonta a 224.952 euro.

A fine 2019 era stato approvato lo schema di accordo che il comune di Alvito ha poi sottoscritto con la Sapienza anche perché, nel frattempo, era intervenuta una sentenza del giudice dell'esecuzione del tribunale di Cassino che ordinava al Comune di pagare. La prima rata è di euro 22.495,21 di cui euro 8.752,00 relativa alla quota spese di lite. Tutto era nato nel 2006 quando tra il comune di Alvito e l'Università "Sapienza" di Roma fu firmata una convenzione per istituire nel paese della Valcomino il corso di laurea in Tecniche della prevenzione sui luoghi di lavoro.

Sulla base di questa convenzione, il comune di Alvito si impegnava a versare nelle casse della Sapienza circa 50.000 euro l'anno per otto anni, cifra giustificata con la certezza di un guadagno in prospettiva di medio-lungo periodo. Solo che, al di là di qualche breve corso, il progetto non si è mai concretizzato e, dopo aver versato appena tre rate, l'amministrazione comunale decise, violando il contratto, di sospendere il pagamento delle altre quote, mentre, come era comprensibile, l'ateneo romano sollecitava l'amministrazione a onorare la rimanenza. Non ottenendo risposta la Sapienza fece ricorso alle carte bollate portando il contenzioso in tribunale da cui ottenne un'ingiunzione di pagamento a carico del Municipio di oltre 224.000 euro.

Alla notizia insorse l'opposizione in consiglio di Alvito Bello: «Il Comune dovrà versare la somma in rate di 23.000 euro l'anno per dieci anni sottolineando «un nuovo debito fuori bilancio, a carico della collettività». La vicenda ebbe anche ulteriori sviluppi: il 5 dicembre scorso la maggioranza del comune di Alvito si vide recapitare un esposto anonimo alla Procura regionale del Lazio della Corte dei Conti, al responsabile Ufficio per la vigilanza segnalazioni Whistleblowing dell'Anac e al Comando provinciale della Guardia di finanza di Frosinone. Nell'esposto si ripercorrevano le tappe della vicenda facendo nomi dei presunti responsabili.